In quel momento fui risucchiato nella realtà proprio mentre stavo raggiungendo il mio limite di sopportazione.
Le immagini diventarono molto più vere e tutti i miei sensi e arti ritornarono rapidamente attivi.
Peccato che proprio in quel momento ero praticamente in volo, nel senso che il treno stava frenando bruscamente e io mi ritrovato sbalzato in avanti a peso morto.
Non feci nemmeno in tempo a rendermi conto della cosa, reagii d’istinto e mi ritrovai praticamente sopra al povero Gabriele che si ritrovava schiacciato tra il sedile e me.
Mentre mi alzavo chiesi scusa per l’inconveniente a Gabriele e mi resi conto che i miei arti avevano ancora riminiscenza delle strane senzazioni di quel brutto sogno, come se tutto fosse ancora lì attorno a me ma io non riuscivo più a vederlo.
Gabriele mi disse di non preoccuparmi, era tranquillo e si stava ricomponendo, io ero ancora in piedi che cercavo di riprendermi e Arturo di scatto si precipitò alla finestra per vedere che stava succedendo.
Ormai era l’alba, il sole stava per nascere nuovamente anche oggi e la giornata si presentava serena.
“Ci siamo fermati poco prima di una piccola stazione, ma non capisco quale e perché, non dovevamo fermarci ora.”
Effettivamente quella fermata improvvisa non era certo programmata.
Qualcosa era successo, ma cosa?
Decisi di mettere la testa fuori dal finestrino per capire meglio.
Vidi una cosa che mi fece gelare per l’ennesima volta, in quella infinita nottata, il sangue nelle vene.
La polizia stava salendo sul treno.
Non feci in tempo a rimettere la testa dentro che l’interfono iniziò a gracchiare.
“Scusate la brusca frenata non in programma ma è stato richiesto un controllo del treno da parte della polizia, stanno cercando una persona, quindi raccomando a tutti di stare calmi e seduti e di aspettare ulteriori notizie, ripartiremo il prima possibile.”
Ora mi sentivo proprio morire, ero totalmente paralizzato.
Il mio sguardo era piantato nel vuoto e l’unica cosa che riuscii a fare fu quella di sedermi al mio posto cadendo come un sacco di patate.
Non avevo più via di scampo, mi avevano preso.