“Sera signor ispettore.”
Non so perché, ma la gerarchia militare mi ha sempre messo un po’ a disagio e dire che sono un ispettore della Polizia di Stato.
“Che è successo?”
“Dalle prime ricostruzioni, ma non abbiamo ancora fatto tutti i rilievi e interrogato tutti i testimoni, sembra che un ragazzo abbia ucciso questi tre uomini praticamente senza motivo e a sangue freddo.”
Rimasi un po’ interdetto vedendo la scena del crimine, non sembrava un’opera di un ragazzo, ma di un freddo ed esperto killer.
Un lavoro pulito sebbene nel bel mezzo di un parcheggio e sotto gli occhi di tutti.
Qualcosa non mi quadrava, dovevo capire meglio il movente e la dinamica, ma ero proprio lì per quello, in fin dei conti ero io l’ispettore.
“Per il momento cosa avete capito della dinamica?”
“Prima di tutti il ragazzo ha ucciso i due uomini che si savano dirigendo verso la macchina, uno con un bicchiere nella nuca e l’altro con un colpo di pistola, il terzo ha tentato di fuggire in macchina ma il ragazzo lo ha inseguito e gli ha scaricato il caricatore contro.”
“Avete già identificato i tre cadaveri?”
“Si, nessuno ha precedenti tutti con lavori puliti e normali, programmatore, operaio e impiegato.”
“E gli interrogatori come procedono?”
“Abbiamo già interrogato tutti eccetto quei due ragazzi e la ragazza che era con i tre uomini uccisi.”
“Una ragazza con quei tre uomini? Dov’è che la voglio interrogare?”
“Si, sembrava essere molto amica di uno dei tre e purtroppo non la può interrogare, è sotto shock e i paramedici la stanno portando all’ospedale per maggiori accertamenti.”
“Non mi interessa, le voglio parlare comunque.”
Il mio cervello mi stava dicendo che qualcosa non era logico, qualche tassello era sbagliato o mancante, c’era qualcosa sotto.
Mi diressi subito verso l’ambulanza, la ragazza era veramente sconvolta.
Effettivamente, chi non lo sarebbe stato al suo posto.
L’unica cosa che riuscii a percepire, prima che i paramedici mi obbligassero ad allontanarmi, fu solo una parola “Salvata”.
La ripeteva quasi continuamente guardandomi, ma che avrà voluto significare.
I tasselli erano più complicati del previsto.
“Dove sono gli altri due ragazzi?” Chiesi al sergente che mi stava accompagnando.
“Ma li stavamo per interrogare noi.”
“Non si preoccupi, voglio pensarci io.”
Mi avvicinai ai giovani, non mi avevano visto, stavano guardando l’altra ragazza coinvolta.
“Mi scusi signorina, potrei farle qualche domanda?”
A momenti non feci in tempo a finire la domanda che il ragazzo intervenne immediatamente, odio questo tipo di comportamento.
“Noi non abbiamo visto nulla. Vero sorellona?”
“A me hanno detto il contrario le altre persone, quindi lei stia zitto che tra poco sarà anche il suo turno.”
Il ragazzo sembrava abbassare la cresta, almeno se non di me, un po’ di paura della divisa doveva averla.
“Ora veniamo a noi due signorina. Lei come si chiama e che cosa ha potuto vedere?”
La ragazza sembrava parecchio disorientata, come me del resto.
Qualcosa dentro di me mi stava dicendo che c’era qualcosa di sbagliato e francamente speravo che quei due potessero darmi finalmente maggiori dettagli per capire.