09 Aprile 2007 | 09 Aprile 2007 |
Trovarsi d’avanti o comunque poco distante una persona così carismatica e vincitrice di un premio Nobel come Dario Fo, spiazza sicuramente.
A me è capitato ieri tornando da Rimini in un classico lunedì di pasqua passato fuori porta.
Il treno non era pieno, di più, ne abbiamo persi due perché troppo stipati prima di poter prendere quel regionale e sorbirci un viaggio in piedi verso Bologna della durata di più di un’ora.
Infine ecco l’inaspettato, Dario Fo che alla stazione di Cesena sale sul nostro stesso treno probabilmente costretto a perdere i precedenti epr i nostri stessi problemi.
Il fatto di avere una persona così importante sullo stesso treno, non dovrebbe fare alcuna differenza, eppure mi sono ritrovato a fantasticare.
Ho pensato che mi sarebbe piaciuto andarlo a salutare, fargli i complimenti per il grande uomo che è, farmi una foto assieme a lui e magari fermarmi, per parlare con lui di questo mondo e magari avere in cambio perle di saggezza che potessero aiutarmi in qualche assurdo modo.
Eppure mi sono ritrovato contemporaneamente a fare un pensiero meno individualista.
E se tutti facessero come me?
Quella domanda mi ha fatto capire che in fin dei conti anche se lui è un grande uomo, premio nobel e politico “mancato”, è pur sempre come gli altri “comuni mortali” ed ha diritto alla sua tranquillità .
Quindi mi sono accontentato di averlo visto di persona in un momento di vita personale fuori dal teatro e approfitto di questo mio spazio web per stringergli virtualmente la mano.