“Maggiore ecco il rapporto da lei richiesto sugli esami del ragazzo. L’enzima sta avendo effetto e abbiamo messo il ragazzo sul letto, ora aspettiamo solo che rientri nella fase REM per vedere i risultati.”
“Perfetto, la ringrazio dottore e il rapporto Byron, come lo trova?”
“Non ho mai visto una concentrazione AO così alta se è quello che intende ma è tutto scritto nel rapporto. Ora se permette vorrei tornare a tenere sotto osservazione il ragazzo perché l’enzima HJ3b non è ancora stabile e il ragazzo potrebbe rischiare gravi crisi.”
“Vada.”
Se il dottor Farioli non mi servisse assolutamente, lo avrei sicuramente già tolto di mezzo, tiene troppo in considerazione la vita del paziente ed è troppo legato a Testoni.
Ma a noi servono informazioni, dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare e non ho la minima intenzione di lasciarmi scappare possibilità così importanti.
Incredibile questo ragazzo, ha una concentrazione Byron veramente impressionante, addirittura 173ppm, ma spreca tutto nel rapporto, un paritario 50% tra Alpha e Omega.
Comunque non potrà che esserci assolutamente d’aiuto.
“Dai Massimo, muoviti a parcheggiare che al Badoom questa sera sarà pieno di figa che non ti dico.”
“Dai Nicola, dammi il tempo di trovare un posto, mica posso crearlo dal nulla.”
Uscire con quei ragazzi mi metteva di buon umore, sapevano ancora come divertirsi con poco, anche se io alla loro età mi divertivo anche con meno.
Non capivo come facessero ad avere così tanta spinta a conoscere ragazze, ogni sera ne placcavano due o tre e anche se alla fine era un nulla di fatto, ci provavano ancora e ancora senza demoralizzarsi.
Ora che ci penso però anche io alla loro età ero così.
Come mai allora adesso non ho più la spinta a conoscere nuove ragazze, ma anche persone in generale?
“Ciao Luca, come ti va?”
“Ciao Max, ciao Nicola. Questa sera tutto ok, ho conosciuto una ragazza troppo bella e spero proprio che alla fine si trovino punti d’incontro. Capito a che mi riferisco è?”
Il suo ammiccamento era inutile, avevamo perfettamente capito a che si riferiva, non ci voleva un mago, si potevano vedere gli ormoni fuoriuscirgli dal corpo.
Adesso però era venuto per me il momento del coca-rum e di ascoltare un po’ di discreta musica dal vivo.
Almeno così avevo la possibilità di rilassarmi e abbandonarmi alle mie personali riflessioni con calma.
Il volume della musica in quell’angusto locale come al solito è veramente alto e non permette di comunicare con facilità e in alcuni casi, come il mio, permetteva di essere assolutamente isolati anche se nel mezzo di un incredibile numero di persone.
“Max!”
“Si, dimmi Luca.”
“Ti voglio presentare una mia amica, si chiama Luisa e fa la sbandieratrice con me, ha 17 anni.”
Il suo ammiccamento alla fine della frase lo avevo già visto tantissime volte e voleva significare solo una cosa. Dovevo provarci.
“Piacere di conoscerti, mi chiamo Massimo.”
“Il piacere è tutto mio, sai è da tanto che chiedo a Luca di presentarci, perché ti trovo molto carino.”
Stavo sorseggiando il coca-rum e nel sentire quella frase a momenti mi andava di traverso.
“Dai, sediamoci a quel tavolo e parliamo un po’, posso offrirti qualcosa da bere?”
La ragazza era molto carina e non capivo minimamente che ci trovasse in me, passammo i successivi minuti a parlare del più e del meno e ad ascoltare la musica, si faceva una fatica boia a parlare e dovevamo praticamente stare con il viso a stretto contatto.
Ad un ceto punto mi disse una cosa che io non capii subito, le chiesi di ripeterla e avvicinai l’orecchio al suo viso.
Pochi istanti dopo sentii perfettamente la sua lingua leccarmi il lobo e poi le sue labbra stringerlo fra loro.
Rimasi praticamente folgorato, per qualche lunghissimo e infinito secondo.
Mi girai e iniziai a baciarla.
La sensazione che provavo però non era normale, c’era qualcosa di diverso.
Mi allontanai di scatto e la guardai intensamente per cercare di capire.
“Come mai? Non ti piaceva?”
“No, anzi, è solo che qualcosa non mi torna.”
Sentivo una strana sensazione che iniziava ad avvolgermi, mi sentivo quasi in trappola.
“Massimo Accorsi, lei è in arresto.”
Conoscevo quella voce!
L’ispettore Marco, ma come faceva ad essere lì, non era il suo posto.
In quei pochi attimi il mio pugno destro si infranse contro il viso dell’ispettore.
“Prima ispettore, dovrà riuscire a prendermi.”
Iniziai subito a correre verso la porta del pub, ero riuscito a prendere un po’ di spazio per la fuga.