Vidi l’ispettore iniziare a correre lontano da me e immediatamente il buio ci avvolse.
Era tutto in penombra, ma senza ombre, omogeneo e impersonale.
Non feci in tempo a voltare lo sguardo lontano dall’ispettore, verso chi ci stava raggiungendo, che sentii una frase risuonarmi nell’orecchio “Benvenuto a …”.
Il resto della frase era per me indecifrabile, sicuramente un linguaggio, una parola, un luogo, ma per me risultava assolutamente incomprensibile.
Dopo quella frase i miei movimenti risultavano impossibili, ero bloccato.
Degli uomini, che sembravano ombre, spuntarono dal nulla all’improvviso.
Uno mi superò per raggiungere l’ispettore, mentre tutti gli altri, non so dire quanti, mi saltarono addosso.
Sapevo che era un sogno, eppure non mi sembrava tale, c’era qualcosa di diverso, di impalpabile che rendeva il tutto una via di mezzo tra sogno e realtà .
Potevo sentire quelle ombre che mi sfioravano, ma non il corpo del sogno, quello reale.
Sentivo la loro energia che mi sfiorava le gambe, braccia e volto.
Non sapevo che fare, ero impanicato, il respiro era affannoso, volevo muovermi per scappare ma non ci riuscivo, solo gli occhi si muovevano, potevo sentire il battito del mio cuore nel cervello.
Non riuscivo a concentrarmi per svegliarmi.
Un grido agghiacciante squarciò il silenzio e la tensione che si era creata attorno a me.
“BASTA!”
Era l’ispettore, lo avevano preso.
Di scatto la mia testa, sia reale che del sogno, si voltò verso quella direzione.
C’ero riuscito, potevo muovermi se mi concentravo e ora non potevo certo lasciare l’ispettore nelle mani di quelle “cose”.
Distesi un braccio verso l’ispettore, era inutile ormai, lo vidi smetterla di dimenarsi e scomparire nel nulla.
La rabbia prese il sopravvento su tutte le altre emozioni, ma una sensazione che avevo già sentito, e che non avevo mai collegato a qualcosa di specifico, iniziò a farsi largo dentro di me.
Ancora oggi non saprei descriverla, sebbene la possa provare quasi a comando, posso solo dire che è una cosa intensissima, che ti avvolge il corpo e la mente in un incontro totale.
Proprio in quagli istanti mi sentii violato, come se un’ombra stesse provando di entrare dentro il mio corpo.
Con la mano afferrai quella sensazione che si stava propagando alla base della mia colonna vertebrale e la strappai via.
Avevo il pugno chiuso e vuoto, eppure potevo sentire qualcosa dimenarsi per scappare da dentro il pugno, potevo percepirne la paura.
Ero ancora tra sogno e realtà , in un limbo eterno.
Portai il pugno vicino al mio volto, ora potevo vedere la stanza in cui ero rinchiuso, e aprii la bocca gridando con un filo di voce la mia rabbia.
“Non mi avrete!”
La mia voce era paurosa, tanto che pure io ne rimasi spaventato, rauca, profonda e soprattutto intensa.
Dopo quella frase mi ricordo soltanto una luce intensissima e un calore fortissimo.
Riuscii a vedere solo per pochi istanti le ombre avvolte dalla luce e poi fui costretto a chiudere gli occhi.
La stanchezza per lo sforzo ebbe il sopravvento e non potei fare altro che lasciarmi andare ad essa con tutto me stesso.