Ancora non ho capito come ho fatto a prenderla, un attimo e… era tra il mio medio e l’anulare sinistro.
Una presa impossibile da ripetere anche tentando decine di volte.
Forse sono riuscito a prenderla in quel modo perché anche le mosche egiziane, come i corrispettivi esseri umani, sono sempre calmi, tranquilli e rilassati.
Quello che però mi ha invaso la mente mentre gli altri turisti la guardavano e io la stavo fotografando è stato banale quanto surreale:
“Ma che starà pensando ora?”
La mosca infatti mi guardava con i suoi molteplici occhi senza nemmeno provare la fuga, come rassegnata ad un suo tremendo destino o speranzosa di vedersi liberare il prima possibile.
Dopo averla ovviamente liberata un’altra domanda si è fatta largo nei meandri sempre più vuoti del mio cervello:
“Mi avrà ringraziato o maledetto?”
Ancora oggi riguardando la foto che le ho scattato, non posso non ripensare a quelle domande che rimarranno ovviamente senza risposta.