“Certo Generale, ho proprio qui in mano il campione di sangue del soggetto. La finale non ha più… Certo, ho comunque provveduto a terminare il processo sul cinese, domani sarà imbattibile… Si, i Russi non hanno voluto aderire, per ora… Si, sarebbe un gran risultato se il soggetto domani morisse… Chiudo.”
“Interessante conversazione.” Disse il Tenente guardando l’uomo che aveva di fronte e che si stava voltando di scatto verso di lui.
“Ma… lei deve essere Corvini, come ha fatto ad arrivare fino a qui.”
“La prossima volta le suggerisco di trovare personale più valido perché i miei uomini hanno sistemato la faccenda molto rapidamente.”
“Lei forse non ha capito chi ha trova davanti. Io sono Julius Rade un emissario della NATO.”
“Io lo so perfettamente e so anche per chi lavora veramente e sono qui per mettere in chiaro alcune piccole cose.”
“Ma come si permette! Chiamo subito l’organizzazione Portoghese.”
La tensione nell’aria era incredibile.
“Allora questa volta è lei a non capire. Se io sono qui è perché l’organizzazione sa perfettamente per chi lavora e ha deciso di chiudere un occhio sulla mia operazione.”
Rade si alzò di scatto e si lanciò verso il tenete con un pugnale in mano.
La rapida colluttazione fini con un discreto taglio alla mano del tenente e un naso sanguinante con spalla e polso slogati per Rade.
“Ora visto che mi hai fatto arrabbiare ridefiniamo in maniera seria la tua posizione. OK?”
Rade tenuto per i capelli faccia a terra dal tenente sibilò un si di totale approvazione.
“Prima cosa mi prendo io il tuo campioncino di sangue che non voglio nemmeno sapere come hai fatto a recuperare. Secondo ti lascio io un bel campioncino di sangue che tu dovrai dare al tuo capo. Terzo ed ultimo, se da ora in poi tu farai qualcosa senza informarmi o di diverso da quello che ti dirò di fare, non farai tu una brutta fine, lo faranno semplicemente i tuoi conti in banca in paradisi fiscali, la tua cantina di vini a cui tieni tanto e per finire una serie di informazioni riguardo i tuoi bizzarri gusti sessuali verrà divulgata. Che mi dici ora? Stai dalla nostra parte adesso?”
Una lacrima di misto dolore e disperazione stava uscendo dal viso di Rade che rispose affermativamente con una voce ancora più flebile della precedente.
“Scusa, puoi ripeterlo più FORTE? Perché non ti ho sentito.”
Perché non riesco a smettere di guardarlo.
Sta dormendo così bene e io non riesco a togliere lo sguardo dal suo viso.
Perché quando lo accarezzo provo un senso di piacere e soddisfazione che con gli altri non ho mai avuto.
E dire che sono anche più vecchia di lui, eppure lui mi fa sentire diversa e non credo sia perché sia stato il primo dopo lungo tempo ad avermi battuto.
Lui è diverso da come me lo avevano descritto, non è cattivo, non è brutale, non mostra la sua forza ed è fin troppo umile, quasi da far schifo.
Poi, è così dolce e carino…
Non ci posso credere, io… io…
“Giorno Irina.”
Il buon giorno poi subito un abbraccio e un bacio. Cosa potrei volere di più dall’uomo con cui ho appena passato la notte?
Vorrei che il tempo si fermasse ora, non sono mai stata così bene.
Non posso rimanere, non posso, devo andare via.
“Scusa Marco, devo proprio andare ora.”
“Ma, aspetta…”
Dai vestiti in fretta…
“…non puoi proprio aspettare ancora un po’? C’è Fulvio che è svoltato in coma sul letto, non si sarà nemeno accorto quando è rientrato.”
“No, no, non è per quello, devo ritornare nel mio alloggio.”
“Dai, ti accompagno…”
Sono uscita senza nemmeno salutarlo e baciarlo…
Ahi!
“Mi scusi.”
Quest’uomo deve essere il Tenente Corvini.
“Stia più attenta a dove va la prossima volta, ma ora veda di tornare in fretta nel suo alloggio prima che si accorgano della sua assenza.”
“Si, grazie.”
Spero di stare di nuovo con te molto presto Marco, ma ora devo fare in fretta.
“Sei tornata in… ah.. Tenente.”
Speravo fosse Irina, ma ormai era andata via, chissà se l’avrei rivista ancora.
“Stai tranquillo, la rivedrai presto, ora però devi prepararti per la finale.”
Nulla, non una parola e aveva capito tutto e Fulvio era ancora lì agonizzante sul suo letto che non si era accorto di nulla.
“Sono felice di rivederla… Ma che ha fatto alla mano?”
Di scatto ritrasse la mano, quasi istintivamente più che per non voler far vedere lo sfregio che aveva sul dorso.
“Non preoccuparti, una semplice discussione. Ora preparati però.”