“Certo Maggiore che Raffaele sta riuscendo in qualcosa di incredibile. Ha passato le prime 3 settimane nella casa del grande fratello ad osservare e creandosi fan sfruttando il pubblico e le sue debolezza, la sua avidità di spettegolezzi e di rivedersi, immedesimarsi con le persone che vedono in tv. Poi lentamente ha iniziato a sparare bordate contra la società, la politica e l’economia.”
La faccia del maggiore era la più distesa che si potesse vedere da mesi.
“Si Tenente, prima ha fatto si che lo spettatore vedesse se stesso in lui e poi ora sta facendo in modo che esso acquisti coscienza di quello che c’è veramente fuori attraverso la tv che lo ha esaltato e che ora non lo può distruggere senza mitizzarlo ancora di più.”
“Veramente ha un carisma e una passione in credibile, e non ne risparmia nessuna a nessuno. Ma non sta rischiando troppo?”
“Credo che non gli importi più nulla di rischiare, parlando con lui ho capito che ora ha solo le sue idee e una forte speranza che queste possano cambiare veramente le persone. Non penso che si fermerà più.”
“Certo Maggiore, lo avevo capito, solo che intendevo che qualcuno fisicamente potrebbe abbatterlo e emotivamente poi, una volta uscito potrebbero spazzarlo via.”
La faccia del Maggiore si corrugò lievemente.
“Ovvio Tenente ed è per questo che io dovrò andare a Roma, è ora che inizi a tirare più forte i pochi fili che possiamo per far si che quel uomo non cada. Lui è solo la punta di un iceberg di un movimento che lentamente si sta risvegliando, se lo teniamo su il pese dormiente potrebbe finalmente risvegliarsi. Dobbiamo fare in modo che quello che dice continui ad essere percepito il più possibile.”
“Credo che il rischio sia elevato e dovremo impegnarci veramente a fondo. Conti pure sulla mia totale disponibilità.”
“Il punto Tenente è proprio questo, lei al momento ha altri compiti da assolvere…”
La faccia del tenete si incupì improvvisamente.
“…Oggi mi ha chiamato il Generale. Come va il ragazzo in questi ultimi giorni?”
“Il ragazzo va, ma non bene come ci aspettavamo, ha risultati nettamente sopra la media, ma non è più come prima. Sembra che non gli importi più tanto e gli psicologi dicono che è demotivato …”
“Tenente, questo lo so già, anche se non sembra li leggo i rapporti. Quello che volevo sapere è come vede lei il ragazzo in questo momento.”
“Io? Lo vedo menefreghista, distaccato e sopratutto con una voglia di togliersi noi e gran parte del suo passato di torno.”
“Tenente, mi piace quando parla così senza mezzi termini, ed è per questo che dovrà portare Massimo nel prossimo test.”
La faccia del Tenente non era certo delle più felici sentendo quelle parole.
“E questa volta che dovrà affrontare? Una simulazione sul docking mind di spionaggio?”
“No, dovrà portarlo a Köln e fargli recuperare le informazioni da Rade prima che altri ci mettano le mani sopra.”
“Ma come? Praticamente lo vuole lasciare andare così liberamente in una grande città anche se abbiamo una buona copertura? Poi con Rade comunico io no?”
“Appunto per quello, abbiamo una via di accesso preferenziale e sicuramente il ragazzo sarebbe facilitato e imparerebbe molto di più da un test reale sul campo. Poi il Generale mi ha detto che sarà lì a controllare e vuole vedere il ragazzo alla prova.”
Il Tenente non aveva cambiato espressione, era ancora preoccupato e vistosamente dubbioso.
“Perfetto. Quando partiamo?”
“Questa sera, così avrete qualche giorno per ambientarvi all’ambiente.”
Ormai era da giorni che Dig non si faceva più vedere, chissà dove era finito, in fin dei conti era anche per lui se continuavo a rimanere lì.
Gli ultimi giorni proprio non volevano passare e gli ultimi allenamenti fisici mi avevano stancato molto, anche l’addestramento sul doking mind mi aveva lasciato un mal di testa incredibile.
Fortuna che avevo completato la sera prima la terza parte dell’addestramento, ormai mancava poco e poi avrei potuto decidere come mi pareva.
L’aria era fredda ma frizzante ma il sole, sebbene basso all’orizzonte, riusciva ancora a scaldare efficacemente.
“Marco! Finalmente ti ho trovato.”
“Buon giorno Sergente. Ha bisogno?”
“Non io. Il Tenete ha bisogno di parlarti, raggiungilo nel suo ufficio.”
“Subito o posso godermi ancora un po’ questa mattinata?”
La mia faccia non doveva essere delle più felici vista anche la risposta del Sergente.
“Dai, per piacere, raggiungi il Tenente e senti cosa ti deve dire e poi non imbucarti sempre in posti strani nel tentativo di non farti trovare.”
Mi aveva beccato proprio da schifo. E io che speravo di farmi qualche giorno in relax magari da passare un po’ con i ragazzi.