“Grazie Massimo per essere venuto così rapidamente, so che hai da fare…”
Il maggiore si era alzato dalla sua scrivania per farmi accomodare.
Avrei voluto rispondergli che tanto non avevo nulla di importante da fare, ma decisi che sarebbe stato meglio starmene zitto.
“…Il tuo compleanno è passato da qualche settimana e in più è da ormai un anno che sei qui con noi anche se i primi periodi eri un po’ in coma.”
“Io non ho più un compleanno, ora ho una nuova faccia, un nuova vita e tante belle cose.”
Interruppi il maggiore in tono sarcastico.
“Mm… Si hai ragione. Comunque il colonnello ha pensato di farti un regalo. Si tratta di questi due libri,…”
Nel dirlo mi allungò i due volumetti che mi erano stati regalati.
Li presi in mano e li guardai attentamente incuriosito.
“…io invece ho deciso di”
“Mi scusi maggiore, ma se sembrano scritti uno in giapponese e l’altro in greco, che me ne faccio?”
Il maggiore sembrava un po’ seccato dalle mie interruzioni.
“Questo non è certo un problema mio, sono due lingue che puoi tranquillamente imparare se vuoi e ti interessa sapere il perché il colonnello ti ha fatto quel regalo. Comunque stavo dicendo che quando ti sei svegliato dai tuoi lunghi giorni di sonno, mi hai chiesto alcune cose a cui ti ho detto che avrai risposta solo al termine di questo tuo anno con noi. Ho deciso però di farti leggere un rapporto su di una persona a tua scelta tra quelle che hai conosciuto prima di venire qui. Hai tutto il tempo che vuoi per pensarci.”
I libri per un momento finirono in secondo piano e il mio cervello iniziò a pensare ad un nome per quella richiesta, non potevo certo chiedere così a caso.
I nomi iniziarono a prendere forma nei miei pensieri, roteavano come impazziti, si ingarbugliavano, mischiavano e mi passavano davanti senza fermarsi.
Poi un nome in mezzo a tutti gli altri iniziò ad illuminarsi e a rallentare fino a fermarsi davanti a tutti gli altri.
“Vorrei leggere quello su Marco, l’ispettore che mi ha inseguito e… credo però anche salvato.”
Il maggiore non sembrava tanto sorpreso dalla mia scelta.
“Sei sicuro? Guarda che hai tutto il tempo per pensarci.”
“No no, mi va bene lui.”
“Allora avrai tutto fra qualche giorno. Ora torna pure alle tue attività.”
“Grazie, sia a lei che al colonnello.”
Non saprei spiegarmi perché mi uscì quel grazie, ma in effetti ero contento di quel regalo, anche se a dire il vero non ne capivo troppo il perché.
Il maggiore poi a quelle mie parole sembrava visibilmente soddisfatto.
Uscito dall’ufficio del maggiore mi diressi istintivamente verso la biblioteca del centro guardando pensieroso i due libri che mi erano stati donati.
“Ciao Marco. Cercavo proprio te.”
La voce di Fulvio mi aveva distolto dai miei pensieri facendomi fermare in mezzo ad un corridoio del centro per guardare verso dove proveniva la voce.
“Dimmi tutto.”
Fulvio sembrava molto agitato ed emozionato.
“Mi hanno fissato la prova finale, se la supero diverrò finalmente operativo!”
“Bene, son contento. Quando?”
“Domani pomeriggio alle 18.35 e mi chiedevo se volevi venire ad assistere, visto che mi hanno detto che la tua autorizzazione ti permette di assistere, a differenza degli altri purtroppo.”
Nel finire la frase la sua carica emotiva sembrò venire un po’ meno.
“Certo, non mancherò. Ci sentiamo più tardi, ora ho un tarlo in testa che mi devo togliere.”
Arrivato nella biblioteca riuscii a tradurre i titoli dei libri relativamente in poco tempo, Bushido per quello in ideogrammi giapponesi e Daimon per quello in greco, ma per tutto il resto la storia sarebbe stata ben più complicata.
La giornata sembrava essere molto diversa rispetto a quelle solite e la cosa mi stava creando quello stato interiore di curiosità mista a intrigo e mistero che mi faceva nascere qualche piccola nuova sfida e interesse.