“Fulvio potresti fermarti un attimo?”
Gli altri intanto continuarono ad uscire dalla stanza visto che l’incontro per decidere le successive mosse del movimento, che ormai comprendeva una struttura ben articolata e radicata in diversi ambienti, per vedere di cambiare le cose.
“Mi dica…”
“Dammi del tu, mi fai sentire un cinquantenne quando in realtà ho meno di trent’anni.”
“Scusa ma mi capita istintivamente ogni tanto.”
Intanto tutti erano usciti dalla camera di Raffaele ed erano rimasti quindi da soli.
“Penso sia arrivato il momento che tu mi dia alcune risposte.”
“Il tutto dipende dal fatto se potrò dargliele o meno.”
Lo sguardo di Raffaele era molto serio e determinato, come Fulvio non aveva mai visto e metteva molta soggezzione.
“Dopo che hanno cercato di ucciderci non ho detto nulla perché non mi sembrava il momento e il luogo adatto, però ora dopo quasi due settimane credo di meritare alcune risposte.”
Fulvio stava iniziando ad essere nervoso, Raffaele lo stava mettendo veramente a disagio come non era mai stato. C’era qualcosa di molto forte che riusciva solo a percepire e non lo metteva in forte disagio.
Dopo un attimo di silenzio Raffaele ricominciò a parlare.
“Tu non hai nemmeno vent’anni e hai reagito come fossi un militare di lungo corso. Sono intervenuti con una rapidità fulminea militari italiani per recuperarci, come se fossero stati preventivamente avvisati. Uno in moto inidentificabile è arrivato nel momento preciso in cui il problema si è presentato e sembrava una furia senza controllo interessata solo all’annientamento del problema. In tutto questo poi si va ad inserire Marco che ci ha lasciato con una scusa forse credibile per Monica ma non troppo per me ed è riapparso con un altro ragazzo, la persone che doveva incontrare in aeroporto, quando ormai tutto era già finito. In più ci mettiamo il fatto che tu hai rispetto per Marco e anche per me è come se sapessi di potermi fidare, come se lo conoscessi da una vita. Ora dammi le risposte che cerco, altrimenti potrei arrabbiarmi seriamente.”
Fulvio era bloccato, come se un’aura lo immobilizzasse nei suoi pensieri e paure. Ma riuscì comunque ad articolare una frase inaspettata.
“Come ti dicevo non so cosa posso o non posso dirti, quindi ti prego di ascoltare la risposta della persona che tu conosci come Gabriele.”
Dicendo questo Fulvio estrasse dalla tasca il suo telefonino allungandolo a Raffaele.
“Credo abbia sentito tutto quanto tu hai chiesto visto che ho avviato la chiamata all’inizio della nostra conversazione.”
Raffaele rimase molto sorpreso, non aveva notato la cosa e questo lo portò inconsciamente a rimproverarsi, non poteva permettersi queste disattenzioni.
Prese il telefono e lo portò all’orecchio.
“Pronto.”
“Domande molto attinenti che denotano quanto la mia fiducia nei tuoi confronti sia ben riposta. Ciao Raffaele.”
Dall’altra parte della cornetta c’era Gabriele.
“La ringrazio, ma preferirei avere le mie risposte.”
“Come le avevo già fatto capire nel nostro ultimo incontro io e l’associazione che rappresento teniamo molto alla sua persona e a quello che sta facendo. Le ho fatto incontrare Fulvio proprio per le sue spiccate qualità che lo rendono un valido aiuto in molteplici situazioni. Per la sua sicurezza noi monitoriamo gran parte delle sue attività ed ecco spiegata la rapidità d’intervento. Ovviamente non sfociamo mai nel troppo personale perché non ci sembra giusto e soprattutto per anticipare la sua prossima domanda non siamo ne militari ne dei servizi segreti di un qualsiasi paese. Diciamo solo che abbiamo i contatti giusti per intervenire in caso di bisogno.”
Fulvio poteva vedere la faccia di Raffaele che diventava sempre più cupa ma non poteva minimamente sapere cosa si stava dicendo con il Maggiore visto che il vivavoce non era attivo.
“Detta così sembra molto massonica la sua associazione. Questo mi fa anche capire come mai giornali e tg hanno riportato la notizia come se non riguardasse esplicitamente me, che mi sarei trovato nel bel mezzo di un sequestro di un furgone portavalori di cui si aveva avuto una soffiata.”
“Molti effettivamente e in maniera riduttiva possono vedere l’associazione per cui lavoro sotto quei termini, ma le posso assicurare che non è così. Le avevo già spiegato bene di persona questa differenza.”
“Si lo aveva fatto, solo che mi è rimasto il dubbio e non se ne vuole andare. Quando mi capita non è mai di buon auspicio.”
“L’unica cosa che posso dirti è ricordarti che la tua causa la facciamo nostra e ti stiamo dando tutto l’aiuto possibile. Non posso nasconderti che lo facciamo ovviamente anche perché vediamo in tutto questo un’opportunità per raggiungere il cambiamento che tanto speriamo e che potrebbe darci più tranquillità di fare la cosa giusta.”
Il viso e il tono di Raffaele sembrava sempre più spazientito.
“La cosa giusta. In molti nella storia si sono nascosti dietro quella frase. Mettiamo da parte queste discussioni visto che il fine è comune, ma credo che prima o poi riemergeranno. Ora mi vuole dire poi cosa centra Marco in tutto questo e perché a me sembra di conoscerlo e che nasconda qualcosa?”
“Probabilmente hai ragione. Riguardo a Marco posso solo dirti che di lui ti puoi fidare, ti tiene molto in considerazione per quello che fai, probabilmente anche più di noi. Penso che per te possa essere un’alleato più che valido. Diciamo che è una persona veramente molto in gamba. Sul fatto che ti sembra di conoscerlo non so che dirti, può essere solo una sensazione appunto.”
“No con me non lo sono mai, almeno non in questi casi. Comunque la ringrazio.”
Chiuse la chiamata prima aver sentito un’eventuale ulteriore replica del Maggiore. Consegnò il cellulare a Fulvio, che era ancora molto in soggezione, prima di parlargli ancora.
“Mi sento più sicuro sapendo che tu e Marco vi conoscete da un po’ di tempo e che tu ti fidi di lui.”
“Sono contento che questo l’abbia tranquillizzata.”
Per un’istante un piccolo sorriso compiaciuto attraversò la faccia di Raffaele.
“Che ne dici allora di chiamarlo per farlo venire qui questa sera con noi?”
“Non credo che sarà disponibile per qualche giorno. Ha degli impegni in questi giorni e non so di che tipo.”