Ogni tanto mi fermo ad osservare la natura, quella poca che fortunatamente vicino a casa mia resiste alla conquista del cemento, e devo dire che mi manca.
In quei momenti inizio a pensare come fosse la vita 70 o 80 anni fa proprio in quel luogo.
I ricordi ancora vividi dei racconti dei miei nonni mi hanno fortunatamente fornito uno scorcio di quel periodo che però non riesco ugualmente a focalizzare bene. Ecco perché il rapporto sicuramente non è bilanciato e forse vedo solo i lati positivi o idealizzati di quel periodo.
Devo dire di invidiare il rapporto con la natura di quegli anni anche se difficilmente potrei adattarmi a vivere con quella pochezza di mezzi e servizi.
Della vita moderna sempre più alienante, schizofrenica e veloce, questo mi manca, la calma e la relativa tranquillità di quel periodo.
Ogni tanto mi domando se non sia proprio possibile riportare un po’ di quella calma anche nell’attuale stile di vita.
Si perché a me questo stile di vita moderno piace sempre meno e forse la grande differenza è quell’incredibile capacità comunicativa che abbiamo ora grazie a cellulari e internet ovunque.
Eppure non credo che sia quello il male che estirpato ci farebbe ritornare la tranquillità interiore.
In fin dei conti quelli sono solo mezzi e non sono certo i colpevoli. Lo siamo noi che stiamo distruggendo, forse senza rendercene conto, tutto quello che ci circonda.
Dovremmo fermarci fare il punto e ritornare a vivere in sintonia con i tempi e i bisogni del nostro pianeta.
Non so perché ma questo mio pensiero mi ha riportato alla mente forse uno dei più anonimi film di Star Trek, l’insurrezione, dove però era ben espresso il senso di questo mio pensiero.
Una civiltà tecnologica che non abusava della conoscenza per deturpare il pianeta ma la usava per vivere in simbiosi con esso.
Ogni tanto spero proprio che questa sia una delle possibilità presenti nel nostro futuro, ma dovremmo lottare per far si che si realizzi.