Quando ho letto l’articolo “Le selezioni farsa della Cineteca di Bologna” mi sono veramente imbufalito come da un bel po’ non mi capitava.
Devo ammettere che avendo letto i bandi era chiaro che fossero tarati per determinate persone, perché alcune richieste erano veramente specifiche, poi il tempo dato per la selezione era veramente ridottissimo.
Tutto questo però non li scusa dall’aver fatto quella cosa ormai nel DNA dell’Italia che si chiama clientelismo. Questa prassi è ormai in vero e proprio cancro in Italia e ci sta soffocando in tutti i campi economici e di innovazione.
In Italia la meritocrazia non esiste! O conosci qualcuno oppure sei solo un “poveretto” (insulto se uscito dalla bocca dei signorotti nostrani).
Perché questo modo di fare soffoca lo sviluppo e l’innovazione?
Potrei dilungarmi in una risposta per ore e ore, facendo vedere le sfumature e i danni che provocano, ma mi limiterò a dire soltanto questo. Se tu non hai dato il meglio per ottenere il post, se non ti senti spinto a migliorare per mantenere il posto, se non hai nemmeno bisogno di raggiungere degli obiettivi per mantenere il posto di lavoro, allora sei solo uno dei tanti sfaticati opportunisti e menefreghisti al rimorchio di quest’Italia sempre più piantata e inamovibile.
Per questo io, nel mio piccolo e con tutte le limitazioni del caso, mi sento orgoglioso nell’essermi meritato ogni singolo posto di lavoro, ogni singolo passo in avanti di carriera, ogni apprezzamento da colleghi e superiori, perché non ho mai avuto o chiesto spinte nemmeno nei momenti più difficili. Sicuramente guadagnerò meno di altri, non avrò il posto fisso e una posizione che tanti altri possono vantare, ma io so di essermelo meritato e questo mi basta. Quando poi vedo altri che con spinte vanno avanti e guadagnano soldi immeritatamente solo perché sono parenti, amici o amici di amici di qualcuno, penso solo a chi sia in realtà il vero “poveretto” in tutta questa storia e mi metto il cuore in pace.