Mi son preso un’attimo di pausa da questo blog perché sono rintronato da quanto sta accadendo a causa delle scosse di terremoto, che per fortuna da qualche giorno si sono calmate, attorno a me. Non parlo certo dei problemi di viabilità, degli edifici pericolanti o inagibili e di quei poveracci che sono stati sfollati, ma mi riferisco a “I Pazzi da Terremoto” così come io li definisco bonariamente.
Su internet salta gli occhi e non sembra arrestarsi, il gruppo degli allarmisti complottisti che ogni giorno tirano fuori qualcosa di nuovo e che mi costringe ad aggiornare il post in cui li sbufalo senza mezzi termini. Le ultime sono poi da sbellicarsi. Purtroppo non ho ancora capito se queste persone sono ignoranti, nel senso che ignorano il funzionamento del metodo scientifico e giuridico alla base della nostra società o che non vogliono sentire ragioni perché sono veramente così convinti in quello in cui credono che esso ha assunto una valenza religiosa su cui è inutile discutere.
Nella vita comune in un paese come Cento, colpito pesantemente nel suo centro storico e in alcune frazioni ma ancora e per fortuna molto vivo e funzionale, va invece per la maggiore un’irritabilità costante, ansia, paura atavica e in alcuni casi pure l’isteria. Ora non parlo di quelli che hanno perso casa o essa è inagibile, hanno le loro ragioni ad essere in un certo stato, ma di tutti gli altri, quelli “sani”. Non voglio certo mettere in discussione le paure delle persone che sono un ottimo metodo di autodifesa naturale del nostro cervello, però quando queste sfociano in irritabilità costante verso il prossimo o peggio in isteria si sta forse esagerando e sarebbe il caso di fargliene rendere conto e magari invitarli a chiedere aiuto a qualcuno. Fortunatamente sono pure arrivati gruppi di supporto psicologico proprio per questo. Non è un male chiedere aiuto.
Faccio alcuni esempi per chiarire. Muoversi è rischioso, lo stesso vale per chi guida mezzi a motore o a pedali o va a piedi, la gente va come se ci fosse solo lei e passa quando non deve passare, supera dove non si può superare e poco gli importa se ora ti incroci anche 4 o 5 mezzi dei Carabinieri, Polizia o Municipali al giorno mentre se prima ne beccavi uno la settimana era già tanto. Fortunatamente dopo più di 3 settimane la cosa sta ritornando un po’ alla normalità ma ci son stati momenti che sembrava di stare in anarchia assoluta sulle strade.
Un altro esempio è quello di alcuni nel vicinato (spero leggano questo post) che hanno veramente rotto le scatole a tutti qua attorno. Fortunatamente il quartiere in cui vivo è a posto e vivibile e solo per qualche giorno la gente ha dormito in tenda o macchina per sicurezza. Loro invece no, sebbene siano venuti più volte a controllargli casa, togliendo tempo a visite ad edifici ben più urgenti, vivono costantemente in giardino tutto il giorno facendo i comodi loro come fossero in casa, compreso telefonare e parlare tra loro ad alta voce e dormono in auto da 3 settimane. Entrano in casa solo per poco tempo.
Un ulteriore esempio è la gente al supermercato che, sopratutto nei primi giorni, ha fatto incetta di generi alimentari e acqua come scorta per minimo due mesi chiusi in un bunker antiatomico. Ok farla ma così si esagera, ci sono pure le altre persone che hanno dei bisogni.
Mi fermo qui con gli esempi anche se potrei farne a decine e ben più specifici.
Cosa fare quindi? Nulla di particolare, portare pazienza e sperare che con il tempo la situazione di ristabilizzi perché quello di cui c’è veramente bisogno è ritornare ad un livello maggiore di calma e ad una vita normale come prima delle scosse. Una cosa possibile e a cui tutti dobbiamo lavorare, perché altrimenti rischiamo solo di danneggiarci ulteriormente.
Lettera aperta di un terremotato (per fortuna solo perché vive in quelle zone) stanco dell’agitazione e allarmismo ingiustificato