Quando ho visto il primo trailer ho esclamato, dopo essermi ripreso dalla sorpresa: “Hanno veramente fatto un film su di me e non mi hanno detto nulla?” Da quel giorno ho atteso con ansia l’uscita al cinema di quello che già nella mia testa mi ero immaginato essere un capolavoro di idiozia e scurrilità che ancora il mondo probabilmente non era pronto per vedere. Ammetto quindi di essere stato fin troppo carico nell’attesa che finalmente qualche nuovo film potesse scalzare il primo American Pie dal primo posto in classifica di questa categoria di film demenziali.
Ebbene il miracolo è avvenuto, questo film mi ha fatto così tanto ridere come non capitava da American Pie e in aggiunta tutti riferimenti agli anni ’80 hanno dato quel quid in più da permettergli il sorpasso.
Sia chiaro che è un film assurdo, demenziale, scurrile, volgare, genericamente offensivo e pure tanto altro, però un momento demente ci vuole per dimenticare la pesantezza della vita e questo è sicuramente il miglior antidepressivo attualmente disponibile. Sono passate quasi 24 ore dalla visione e sto ancora ridendo per alcune stupidissime battute o scene di questo piccolo capolavoro.
Come dicevo è, soprattutto nei primi 40 minuti, ottimo sotto tutti i punti di vista, dalle battute all’interpretazione (strano ma vero), alle infinite citazioni anni ’80 che sono fenomenali e le insuperabili musiche. Il cast che appare anche solo per un cammeo è di tutto rispetto e la voce narrante di Patrick Stewart (quando la sentirò in originale ma vado sulla fiducia) è un tocco di classe. Diventando più sentimentale nel finale, ma ci stava tutto, si perde un po’ di tono comico demenziale e le risate fragorose si diradano, però questo film raggiunge a mio avviso una coralità non da poco e pure la trama ha un senso logico, cosa che in molti film più blasonati sembra essere trascurata.
Come avete capito questo per me è il miglior film degli ultimi anni e lo consiglio assolutamente a tutti gli amanti del genere.
P.S. Io sto già cercando la locandina originale del film 70×100 da appendermi in camera. In fin dei conti il film porta il mio nome ed è solo un po’ troppo estremizzata la mia volgarità latente.