Come avrete visto ultimamente sono apparsi strani banner all’ingresso di tutti i siti europei.
Si tratta della nuova legge sulla proliferazione dei biscotti dei siti internet entrata in vigore ufficialmente lo scorso 3 giugno.
Questa legge la condivido come base poiché protegge l’internauta da decine di osservazioni da parte di terzi, attraverso i cookie dei siti, in modo da tracciarne le abitudini.
Il punto focale però è che questa legge è letteralmente fatta coi piedi.
Infatti non fa altro che rompere le scatole al piccolo medio blogger che vorrebbe gestirsi in autonomia il suo sito e che si vede costretto a perdere giornate intere per racapezzarsi con questa legge in modo da cercare di essere a norma.
Si la legge dice che se si usano solo cookie tecnici basta un banner, ma parliamoci chiaro, basta mette un addon per condividere i link sui social network e già bisogna preparare tutta la trafila di documentazione per i visitatori.
Bisogna preparare pure un sistema che blocchi tutto fino all’accettazione del popup ed elencare tutti i cookie di terze parti che si usano nel sito, cosa non proprio user friendly.
Il punto è che spesso questi cookie di terze parti possono cambiare, modificarsi e seguire tutto questo porta via risorse e tempo ad un blogger come me che fa questo per passatempo e gestisce siti di conoscenti per pura cortesia.
La vera beffa è quella delle sanzioni amministrative tarate chiaramente per la macro industria dei cookie di proliferazione e che non tiene in alcun modo conto del piccolo blogger.
Io sono demoralizzato e se le cose non saranno chiarite penso che potrei anche chiudere tutti i siti e affidarmi ad una struttura pre confezionata che si accolli l’onere di questi cookie. Sono stanco di chi non capisce internet e prova di fare leggi che riducono sempre più le possibilità di esprimersi nel web.
Parliamoci chiaro, il problema dei cookie è nullo già da tempo, perché tutte le persone che usano internet sanno, o almeno dovrebbero saperlo, che ogni spostamento che si fa nel web viene tracciato dai motori di ricerca e servizi che si usano. Per questo nei browser ché la modalità privata già da tempo (CTRL+SHIFT+ N o P) che io uso quando voglio fare ricerche o usare servizi i cui dati devono rimanere minimi e confinati lì, non si parla solo di ricerche fuori dai limiti ma anche di tutti i giorni.
Insomma i modi per proteggersi dai cookie ci sono eccome e non vanno certo messi alla berlina i siti di piccoli blogger ma magari solo quelli commerciali e di grandi società che con i cookie ci fanno i soldi, come google, facebook e microsoft.
Quindi caro legislatore per piacere basta rompere e se i plugin terzi ci sono che basti rimandare alle informative dei siti propri che dovranno farsi loro carico di gestire la cosa.
Aggiornamento 14/06/2015
Un articolo di Wired parla dei chiarimenti dati dal garante della privacy e un altro che arriva dritto al punto del problema.