Una Donna di 63 anni morta da 22 mesi nel suo appartamento di 40 mq.
Questo è l’inizio di una notizia di questi giorni. Una notizia che lascia sconvolti, almeno io lo sono rimasto, e pieni di domande su cosa significhi oggi vivere e morire in questa società.
Inizio a pensare che ogni individuo inizi ad essere sempre più un eremita in mezzo alla gente, una persona che vive in megalopoli che però non si cura o nemmeno conosce il proprio vicino.
L’esempio pratico è appunto quello di questa ex insegnante sola nel suo appartamento che muore probabilmente una mattina o una sera mentre aveva il bollitore pronto per un qualche tipo di infuso.
Solo il puzzo del cadavere in decomposizione ha attirato un po’ l’attenzione, ma nemmeno quello è servito, con il nastro si è tappato tutto e nessuno dei vicini si è domandato come mai quella pensionata non si vedesse da settimane, mesi e non uscisse di casa, nessuno che chiama i pompieri o costringe i carabinieri ad intervenire.
Lì una donna morta sola e a pochi passi un mondo che vive, pulsa e che la ignora, non si domanda e non si ferma.
Se questa deve essere la società in cui viviamo, forse bisognerebbe mettere via il cinismo, la cattiveria e il voler “schiacciare” gli altri che tanto ora va di moda e ritornare a guardare in faccia il prossimo e trattarlo come essere umano.
Forse però siamo già arrivati lunghi. Voglio ancora sperare di no.