Quando ho aperto questo blog nel lontano 2006 non avrei mai pensato di parlare così tanto di terremoto, eppure ancora una volta sono di nuovo qui a parlarne.
Dopo aver seguito quello dell’Aquila del 2009 tramite amici, essere rimasto in apprensione per quello tremendo del Giappone del 2011, aver vissuto sulla mia pelle quello del 2012 qui in Emilia, ora sono qui a vedere sgomento i 250 e passa morti di Amatrice e una città rasa al suolo.
Quello che più mi ha colpito di questo terremoto, non sono tanto le cavolate sul terremoto, ma la distruzione che un magnitudo paragonabile a quello emiliano ha portato là.
(n.d.r. Ringrazio Internazionale per questo collage di foto)
Basta solo guardare le foto per capire che siamo di fronte a qualcosa che non mi aspettavo proprio e che qui da noi si era intravisto appena.
Tutte le vecchie abitazioni non hanno retto e sono crollate seppellendo, purtroppo, chi vi era all’interno o chi era di passaggio fuori.
La domanda quindi è più che lecita. Perché è accaduta una cosa così in una zona che dovrebbe essere chiaro essere sismica da anni? Non è che l’Aquila sia così distante.
Ho provato a darmi una risposta anche pensando a quanto ho appreso nella mia zona a causa del terremoto. Quanto è emerso è un’insieme di fattori che si potrebbero reputare assurdi ma che in realtà sono burocraticamente ed economicamente invalicabili.
- Zona economicamente deficitarie
In parole povere la gente non ha soldi per sistemare la casa e lo Stato non incentiva economicamente una messa a norma degli edifici, sia con sgravi fiscali che con veri e propri piani di recupero a seconda dello stato dell’edificio. - Belle arti
In Italia, per fortuna, ci sono intere aeree protette ma se un edificio ci ricade dentro, apriti cielo a fargli delle migliorie o abbatterlo per farne uno nuovo. I vincoli sono così stretti e assurdi da sembrare surreali. - Non si percepisce il pericolo
Il terremoto è un pericolo che può non presentarsi per decenni o generazioni pertanto se ne perde la percezione di pericolosità. In questo lo Stato dovrebbe lanciare serie campagne di informazione.
Questa volta i morti a causa del terremoto e dell’incuria e/o impreparazione sono stati molti di più di quelli in Emilia del 2012, vediamo di lavorare perché non si ripetano questi problemi.
L’Italia è un paese molto sismico e dobbiamo lavorare per renderlo sicuro visto che molte zone sono messe come Amatrice, molto probabilmente.
(n.d.r. Ringrazio il post per la foto del terremoto ad Amatrice che no messo in evidenza)
Aggiornamento del 26 Agosto ore 13.07
Oggi su Wired è apparso un articolo che snocciola appunto queste problematiche da me segnalate con tanto di dettagli di una ricerca Enea che sottolinea come siamo all’avanguardia nei sistemi antisismici e di un’inchiesta BBC dove si parla delle tecnologie per rendere già città a prova di terremoti.
Così si palesa ancora di più la triplice influenza dei fattori anche da me segnalati e che ha portato ai devastanti risultati del terremoto ad Amatrice.
Aggiornamento del 26 Agosto ore 17.54
Ora mi viene in aiuto pure Internazionale che in un suo recente articolo chiarisce che in Italia si spenderebbe meno a mettere in sicurezza che a ricostruire dopo un terremoto. Sottolinea quanto poco si investe in prevenzione che invece, stranamente, sarebbe la mozza più azzeccata.
Concludo questo aggiornamento con un articolo del Post che si ricorda del terremoto in Emilia e ne analizza la situazione ad oggi. Dopo più di 4 anni la situazione non è malaccio ma nemmeno buona e dire che la nostra è una zona dal 2% del PIL nazionale.