Non parlo della chiusura della rete in se, ma dell’innovazione tecnologica italiana su Internet.
Qualche settimana fa l’annuncio della chiusura totale della piattaforma di Splinder, dove avevo realizzato il mio primo blog proprio a fine 2005. Ora chiude la mia storica casella di posta dopo ben 12 anni di onorato servizio, perché diventerà un servizio a pagamento. Qualche anno fa la mia seconda storica casella di posta chiudeva per lo stesso motivo e così hanno fatto tanti altri siti e servizi che offrivano quell’innovazione tecnologica tutta italiana (Vcast, Next music, …). Quello poi che è ancora funzionante continua a passare di mano in mano tanto che ormai non se lo frega più nessuno.
L’italia era partita bene su internet ma non ha saputo innovare e migliorare così l’internatuta ha sfidato pure le lingue straniere per poter sfruttare quel servizio che tanto voleva, ha partecipato a traduzioni collettive per integrarlo e così l’innovazione italiana su internet sta chiudendo mestamente i battenti, anche a causa di una non volontà di investirci da parte delle aziende.
Non parlo poi della vendita online, vero motore dell’economia futura dove in un sono anno Amazon ha praticamente polverizzato gli avversari italiani che si sono dimostrati disorganizzati ed inefficienti.
Brutto da dirsi ma ormai fin troppo palese.
Leggetevi questo articolo che peggiora pure, ingrandendo la cosa a tutto il mondo, questo trend.