Non ci sarebbe più nulla da aggiungere su Marco Pantani, ma a 8 anni dalla sua morte qualcosa voglio ugualmente dire.
Indubbiamente è l’unico vero sportivo per cui ho tifato in maniera sfegatata, l’unico per guardavo con incredibile passione il ciclismo.
Nel 1995 quando passò il Giro d’Italia per Cento avrei tanto voluto che lui fosse lì, a sfrecciare tra le vie per poterlo vedere correre dal vivo, ma il suo primo grave infortunio mi privò di questo piacere.
In tutti gli anni che seguirono guardai le gare seguendo giro, tour e pure i mondiali quando c’erano. Fino al 5 Giugno 1999. Lì si è compiuto l’atto mediatico che più mi rimarrà impresso nella vita.
Il suo stesso mondo gli ha voltato le spalle e il 14 Febbraio del 2004 si è spento solo nel suo dolore.
Una fine di cui il ciclismo internazionale stesso si dovrebbe vergognare e addossarsi le colpe principali.
Il modo in cui i media, soprattutto Italiani, si sono accaniti contro di lui è stato aberrante, osceno, becero e chi più ne ha più ne metta. In uno sport dove il doping è ancora oggi all’ordine del giorno, i giornalisti e lo stesso ciclismo lo hanno voluto elevare a modello aizzandogli contro tutto il male, cosa che invece è passata in sordina per molti altri campioni pluridecorati come Armstrong.
Con questo non voglio difendere Pantani per quello che ha fatto, solo far capire che quegli atteggiamenti da finti perbenisti della lega e dei media hanno veramente ucciso un’uomo. Dovevate scusarvi quando era ancora vivo, ipocriti che non siete altro!
Da allora praticamente non guardo più il ciclismo, uno sport che ha distrutto una persona come esempio senza però realmente cambiare.
Marco Pantani rimarrà sempre il Pirata delle montagne, l’ultimo grande campione del Ciclismo.
– Aggiornamento 14/03/2016
Ritorno su questo post dopo più di 4 anni perché oggi la Gazzetta dello Sport titolava così:
La camorra fermò Pantani? E’ credibile
Come già da qualche tempo si sospettava sono emerse intercettazioni e documenti che avvalorano l’ipotesi che sia stata la Camorra ad “uccidere” Marco Pantani.
Non ho parole e sono distrutto perché mi hanno devastato un eroe dello sport che mi ricorderà sempre la mia giovinezza e il tempo passato con mio nonno a guardare uno sport che ora non seguo più proprio da quel giorno in cui squalificarono ingiustamente, ora si può dire, Il Pirata.