“Dai Fulvio, forse è lui il ragazzo di cui si parla.”
“E se anche fosse?”
“Ma come, bisogna vedere se tutto quello che si dice in giro è vero.”
“Dai ragazzi, lo sapete che si dicono tante di quelle vaccate qui in giro.”
“Ok, ma se è lui che fa il corso ultra intensivo lo vogliamo conoscere. Nessuno lo fa più dai tempi in cui il colonnello Leonida era un semplice allievo.”
“Le domande però sono altre, Leonida è mai stato un allievo? E quanto tempo fa?”
Le risate rimasero contenute, forse la battuta che avevo appena fatto non era stata delle più felici.
In fin dei conti da me non era richiesto un gran senso dell’umorismo.
“Scusate, ma se vi interessa perché non ci andate voi a conoscerlo?”
Comunque quel ragazzo mi stava incuriosendo e se fosse stato lui mi sarebbe proprio piaciuto parlare con lui e scambiare qualche opinione.
“Dai, non aver paura, sei grande e grosso, il più anziano e quello che è più avanti di tutti nel corso. Chi altro di noi dovrebbe fare il primo passo se non tu?”
“Va bene, ma non garantisco nulla.”
Alzai lievemente lo sguardo inarcando un sopracciglio.
La persona che mi si parava davanti era daverro imponente, in forma e sulla trentina.
“Prego, è libero.”
“Piacere, sono Fulvio Maraschini. Tu sei Marco Taddia?”
La sua stretta di mano era molto forte.
Come faceva a sapere chi ero?
Ma sapeva tutto su di me o… ?
Quelle erano le domande che mi frullavano nel cervello in quel momento.
“Si, così dicono.”
“Spero ti faccia piacere mangiare con qualcuno, sei sempre tutto solo.”
“Grazie, ma non ho molto tempo da dedicare alle interazioni interpersonali.”
“Ma fai un corso così intenso?”
Così di primo acchito quel Fulvio mi sembrava simpatico e naturale, quindi decisi di continuare la discussione, anche per vedere fino a che punto lui conosceva chi ero.
“Si, praticamente sono sempre a studiare qualcosa o a fare attività fisica.”
“Deve essere durissimo. Ma da quanto sei qui?”
“Qualche settimana…”
A dire il vero ero lì da qualche mese, anche se in “coma”, forse mi stavo già adattando alla mia nuova vita.
“…e tu e gli altri tuoi amici là in fondo?”
Il suo sguardo sentendo quella frase fu molto sorpreso e ci mise qualche secondo per rispondere.
“Si, ci hai beccato, Siamo qui da circa 4 anni ed eravamo curiosi di conoscerti per quello che si dice di te.”
“E che cosa si dice di me in giro?”
Ponendo quella domanda dal mio viso uscì un sorriso beffardo e forse anche un po’ compiaciuto.
“Sai, si dicono molte cose, ma la maggior parte sono solo chiacchiere da bar.”
“Ovvio, sono uno nuovo che nessuno conosce. Ma dai, dimmi tutto, son curioso e ho voglia di farmi 4 risate.”
“Bene, la più bella per me è questa…”
“Scusate se vi disturbo. Marco, potresti venire con me un attimo?”
Il Tenente?
Non ci vedevamo da un paio di giorni, ma non mi sembrava di aver fatto nulla di strano.
Stavo cercando di dar meno fastidio possibile per vedere se i controlli su di me si sarebbero allentati un po’.
Che voleva adesso?