Come spesso mi accade per i film italiani, l’ho guardato per puro caso vedendo Castellitto in una veste che non ricordavo (io lo adoro come attore dai tempi in cui ha impersonato Don Lorenzo Milani).
Credo senza ombra di dubbio che questo film sia uno dei più belli che ho visto ultimamente, struggente, reale e annichilente.
La storia precorre i tempi, infatti non siamo più noi a comprare fabbriche in Cina ma cinesi che comprano fabbriche in Italia.
Un uomo parte per la fabbrica in Cina, nessuno sa dove sia, per portare un pezzo che lui stesso ha modificato per garantire la sicurezza dell’impianto.
Un viaggio nell’anima di un mondo di persone e operai che sono messi pure peggio di come eravamo noi negli anni cinquanta.
Un monito per tutti gli operai Italiani che potrebbero tornare a quelle condizioni se dimenticano e smettono di lottare per i loro diritti.
Un monito per gli imprenditori che pur di far soldi se ne fregano delle persone e li sfruttano dall’altra parte del globo. Occhio non vede cuore non duole.
Un film forse un po’ lento e triste, ma che fa capire quale “stella” ci si sta sempre più dimenticando.