Parlo di oggi e di un evento che mi ha stupito e che mi ha fatto ritornare a pensare a come sia radicato un certo ragionamento in Italia.
L’antrfatto è che qualche anno fa mi sono fatto sbattezzare, per motivi personali e protesta che non sono qui in discussione, come tutte le volte appena lo dico le persone si lasciano scappare: “Come!?; Cosa!?; Ma dici sul serio!?”.
Alcune poi ci scherzano e chiedono anzi se si possa davvero fare, però la maggior parte inizia la classica trafila del riconvertire l’ateo (n.d.r. sono agnostico) e partono con discorsi teologici e digressioni culturali che vi lascio immaginare e che mi hanno già stancato. Chi ci prova va dal semplice credente, che spesso va in chiesa si e no 2 volte l’anno, al super credente che può citarti la bibbia a memoria. Il fatto che questa sia una mia scelta personale e che faccia parte di un mio percorso spirituale personale, quasi mai viene recepito.
Quello che più mi sconvolge però è il “tifo da stadio” che questo fa nascere in Italia e a mio avviso solo in Italia. Lo dico perché avendo viaggiato in altre parti del mondo non c’è tutta questa rigidità sul dover appartenere ad un credo religioso, anzi è lasciato al singolo e non incide troppo sulla vita comunitaria.
In altre parti c’è si questa rigidità ma parliamo quasi sempre di paesi in cui mancano diritti fondamentali dell’uomo.
Ecco perché riemerge in me questo pensiero di un’Italia provinciale, chiusa in se che teme il cambiamento da qualunque parte arrivi.
Forse viene piantato proprio qui, con queste inezie, il seme che rischia di portare al fanatismo. Sinceramente non lo so, ma una parte di me è preoccupata quando accadono queste cose in un ambito che ritengo aperto e di rispetto reciproco (n.d.r Ama, o anche solo rispetta, il tuo prossimo come fosse te stesso).
Potrei fermarmi qui ma ci tengo a sottolineare che io mi sono si sbattezzato, ma che questo è un puro atto amministrativo. Difatti a parte essere depennato dalle liste anagrafiche della chiesa, non ho ricevuto alcun antisacramento e pertanto io semplicemente non faccio più parte dell’ente Chiesa terreno, ma non certo di quello divino, che l’abbia voluto o meno.
Un segno di protesta il mio che viene meno ora che vedo un uomo illuminato come Papa Francesco che dirige l’ente Chiesa, anche lo vedo ancora solo nel portare avanti certe aperture.
La strada è ancora lunga.