In quei pochi mesi, il centro aveva cambiato totalmente la mia vita, il mio modo di pensare, la mia cultura e i miei interessi.
La cosa alla fine non mi dispiaceva troppo, non ero molto incentivato a “fare” nella mia vita precedente, troppo mammone, svogliato e senza un preciso scopo.
Prima di arrivare lì passavo le mie giornate a bighellonare, facendo un po’ qua un po’ là ma senza approfondire, interessarmi o comprendere appieno quello che facevo.
Anche provarci con le ragazze lo facevo così per sport e penso di averci provato con alcune solo e ben sapendo che non avrei mai avuto speranze, quasi solo per auto convincermi che non ne fossi adeguato al gentil sesso.
Il centro mi aveva dato molto in pochissimo invece, mi aveva dato una conoscenza superiore, mi aveva aperto la mente al ragionamento, mi aveva fatto capire che si poteva fare già moltissimo con cose semplici e che l’alta tecnologia spesso deriva solo da un uso intelligente di quello che già esiste.
Inoltre mi stavano facendo fare una cosa che non facevo ormai da anni, attività fisica intensa e finalizzata all’irrobustimento del mio essere.
Infatti ricordo perfettamente una delle classiche risposte alle mie proteste durante l’intensa attività fisica di preparazione a cui ero sottoposto.
“Non si può avere una mente sviluppata al massimo senza che il fisico lo sia altrettanto. Sarebbe come mettere un pilota da formula uno su una cinquecento.”
Tutto quello però lo avevo ottenuto ad un grandissimo prezzo, la mia libertà e la fine della mia vita precedente.
In quel momento l’unica cosa che potevo pensare era a fuggire, ma capendo che stavano solo attirandomi in una trappola decisi di provare a fargli capire che anche io sapevo giocare al loro gioco.
Loro avevano sbagliato concentrando tutta la loro attenzione sul mio ovvio tentativo di fuga e io sfruttai questa loro distrazione per girare tra i vari laboratori e iniziare gli atti di sabotaggio.
A dire il vero non sapevo minimamente cosa avrei fatto, avevo solo voglia di fargli passare il cosiddetto brutto quarto d’ora, così giravo praticamente senza meta tra i vari laboratori cercando spunti sul da farsi.
Non ci misi molto e trovai subito qualche spunto interessante, poi la trovata, l’intimidazione e la sfida, volevo arrivare in un luogo molto personale per il tenente e per il maggiore e lasciare giusto un ricordino del mio passaggio.
“Presto Sergente Terzi, prenda gli uomini e vada all’ascensore, dobbiamo prendere il ragazzo.”
“Certo signore, lo riporteremo tutto intero e nel più breve tempo possibile.”
“Ma anche con qualche ammaccaturina, giusto per fargli capire che non è un gioco. Rimanete sempre in contatto con il centro operativo della struttura che vi informerà sugli sviluppi.”
Il sergente era già partito, lavoravamo assieme da molto e lui sapeva quello che volevo ancora prima che gli dicessi qualcosa.
Veramente bravo, un ottimo aiutante che eseguiva sempre gli ordini, non avrei potuto sperare di aver di meglio.
Ora però dovevamo trovare il ragazzo, forse stava giocando con noi, ma forse era veramente arrabbiato e voleva farcela pagare addossandoci la colpa di tutto.
Effettivamente, come dargli torto, lo trattenevamo contro la sua volontà e poteva pensare che avessimo organizzato noi, cosa da un certo punto di vista vera, la fine della sua precedente vita.
“Tenente, non mi dica che il ragazzo l’ha gabbata.”
Ecco, il Maggiore era arrivato e adesso avrei preso il mio avere.
“No Maggiore, almeno non ancora. Solo che il ragazzo sembra aver cambiato i suoi obbiettivi…”
“E lei non se l’aspettava vero?”
Beccato, non avevo pensato che potesse rivedere la sua priorità nel fuggire.
“A dire il vero, non pensavo potesse riorganizzarsi così in fretta e senza un piano preventivo.”
“Eppure dalla sua fuga di Roma avrebbe dovuto capirlo che non si ferma molto facilmente e soprattutto ora che abbiamo iniziato a formarlo è ancora più potenzialmente determinato.”
“Vero, comunque tutta la struttura e il centro sono in allarme silenzioso, le squadre sono in alla ricerca e il Sergente Terzi è diretto direttamente dal ragazzo.”
“Allora siamo pronti, voglio proprio vedere come se la caverà , sarà un ottimo test preparatorio per il ragazzo.”
“Tenente abbiamo altri rilevamenti multipli del ragazzo da vari laboratori del centro.”
“Mandate subito delle squadre a verificare e lei continui a monitorare.”
“Eccomi Tenente, sono nuovamente qui come mi ha ordinato.”
“Sergente Terzi, ma io non le ho dato alcun contrordine. Vada di nuovo all’ascensore presto!”
Che diamine stava succedendo, come era possibile che quel ragazzo ci stesse mettendo in difficoltà .
“L’ascensore si è aperto ora. Tenente, non abbiamo altri dati su chi c’era dentro.”
“Tenente, mi spiace dirglielo ma penso che il ragazzo la stia mettendo in seria difficoltà .”
“Non si preoccupi Maggiore, lo fermeremo.”
Devo fargli i complimenti, quel ragazzo stava riuscendo a farmi saltare i nervi.