“Dai Monica, sei pronta? Devi portarmi allo Scumm Bar.”
Mio fratello non faceva altro che chiedermi passaggi, portami di qua, portami di là e la mia vita privata dove la mette ?
“Insomma Nicola, ho quasi fatto, dopo devo uscire con le mie amiche per andare a ballare, lascia che mi prepari.”
Non so perché ero sempre così accondiscendente con lui, forse perché è il mio fratellino oppure soltanto perché sono buona e mi faccio abbindolare con poco, infatti quasi spero di rivedere Massimo.
Francamente non so nemmeno io il perché, si mi era sembrato simpatico, ma nulla di che, l’aspetto fisico e l’abbigliamento erano veramente fuori moda.
Però più passava il tempo e più stranamente mi veniva voglia di rivederlo.
Ormai ho finito di prepararmi e intravedo Nicola che non riesce più a trattenersi e mi dice: “Finalmente, ora sei pronta?”
“Si Nicola, sono pronta, dai che andiamo.”
Il viaggio in macchina non è certo molto lungo, saranno al massimo 10m di macchina, ma mio fratello riesce sempre a mettermi a disagio chiedendomi se mi va di entrare per un po’ visto che devo trovarmi più tardi con le mie amiche e aggiunge pure che ci sarà anche Massimo.
Ma perché me lo ha detto, che ne sa lui.
Comunque decido di entrare e prendere qualcosa da bere.
Lo Scumm bar non è certo il posto in cui mi sento più a mio agio, luogo piccolo, musica ad altissimo volume e tutti stipati con pochissimi posti a sedere.
In mezzo alla folla intravedo Massimo, avendo perso mio fratello nella ressa decido di andarlo a salutare, che sarà mai, penso.
Ci mettiamo a parlare una domanda tira l’altra e i minuti passano felicemente, eppure c’è qualcosa che mi attira in Massimo, anche se fisicamente non è certo il mio tipo, i suoi occhi sono incredibili, sembrano malinconici e depressi eppure in certi momenti si può come vedere una scintilla che mi affascina da morire.
Sembra così misterioso…
Proprio mentre stavo perdendo la cognizione del tempo fui richiamata alla realtà da un’azione improvvisa di Massimo che si alza e senza nemmeno guardarmi si dirige all’uscita dicendomi: “Scusami. Continuiamo dopo. Devo fare una cosa, promettimi di non seguirmi fuori dal localeâ€.
Perché quelle parole? Cosa era successo? Avevo fatto qualcosa che non dovevo?
Rimasi lì qualche istante ripensando a quello che avevo detto e fatto, forse lo avevo offeso o annoiato.
Decisi che era inutile continuare a stare lì a pensare e uscii per vedere cosa stava facendo e perché voleva che non lo seguissi.
Uscita dal pub non riuscivo a vederlo, poi sentii il rumore di uno sparo e poi subito un’altro, corsi nella direzione dei rumori, con il cuore in gola, come se sentissi che stava succedendo qualcosa di orribile a qualcuno a me caro.
Vidi Massimo correre verso la statale, 2 uomini erano a terra sanguinanti e una ragazza rannicchiata a terra lì vicino stava piangendo, non capivo.
Sentii ancora una serie di spari e il botto di una macchina, ma che stava combinando Massimo?
Poco dopo Massimo ritorna correndo verso i due uomini a terra, io ero impietrita e in tutto quel tempo non sono riuscita a muovermi.
Il mio cervello è come intorpidito, confuso e non riesco a fare un pensiero coerente, le immagini si affollano, Massimo che abbraccia la ragazza, mi vede, si rialza, vomita, mi ritorna a guardare e infine mi dice: “Addio”.
A questo punto, si volta corre verso la macchina sale e se ne va.
Io non sono riuscita a fare o dirgli nulla, che sfigata che sono.