“E così ora ci dobbiamo tenere l’esercito libero per il centro.”
“Direi proprio di si, il generale è stato chiaro a riguardo, solo in superficie per il momento.”
“Sarà un bel problema, e così non siamo più ben accetti da questo governo.”
“E quando mai lo siamo stati Simone, solo che almeno prima non ricevevano certe pressioni che hanno ora nei nostri riguardi. Ora però abbiamo cose più urgenti da seguire che preoccuparci di semplici soldati. Abbiamo avuto l’autorizzazione a far partire il programma Stratego.”
“Io non dico nulla ma non sto nemmeno zitto. Si tratta di una intelligenza artificiale di settimo livello non ancora testata e io ho le mie belle riserve.”
Il maggiore rimane assorto nei suoi pensieri per qualche istante.
“Purtroppo non possiamo permetterci ulteriori guai come quello di 3 giorni fa. Dobbiamo rischiare e comunque i doppi controlli hardware sono attivati e non dovrebbero esserci problemi.”
“E quando si pensava di farlo partire?”
“Ho sentito Gervasi e dice che il momento migliore è domani notte, quindi…”
Il tenente si agita come scocciato.
“Come se non bastasse l’esercito e l’avvio di stratego ci troviamo anche in concomitanza con l’esame del ragazzo. Ci son troppe cose in ballo, rischiamo di fare il botto.”
Il maggiore sembra un po’ seccato.
“Ora vuoi dirmi che diamine è successo con il ragazzo, perché il tuo rapporto proprio non mi ha chiarito la dinamica. E visto come ti comporti sembra che sotto ci sia qualcosa.”
“Il ragazzo è insubordinato e pensa di poter fare quello che vuole con noi e la cosa proprio non mi sta bene.”
“Hai ragione, ma ci ha salvato la vita.”
“Mi ha fatto disubbidire ad un tuo diretto ordine.”
“SIMONE SMETTILA! Quante volte devo dirtelo, noi non siamo militari che dobbiamo eseguire alla lettera gli ordini, noi abbiamo una responsabilità più grande, dobbiamo pensare sempre e non eseguire gli ordini.”
Il tenente sembrava essere stato colpito e abbattuto dalle parole del maggiore.
“Io non so che fare, se non fosse stato per il ragazzo sarei passato al codice nero e probabilmente ora non saremmo qui a parlare.”
“Ora non colpevolizzarti e sappi che comunque questa non la faremo passare del tutto liscia al ragazzo. Ti lascio carta bianca riguardo al suo esame.”
Il tenente sembra migliorare di umore.
“Bene, allora scelgo l’Himalaya come test.”
Ero preoccupato, fortemente preoccupato.
Il problema era che quando fui chiamato dal tenente nel suo ufficio dopo il fatto della chiave elettronica mi aspettavo una predica ancora peggiore rispetto alle altre e invece nulla, solo telegrafiche parole di avviso.
“Tra pochi giorni avrai il primo esame, il giorno esatto in cui inizierà non ti è dato saperlo, sappi solo che è meglio che prepari uno zaino, leggero la con il minimo indispensabile per 4 giorni di autosufficienza e pensa al freddo. Le lezioni nei prossimi giorni subiranno un rallentamento, così da permetterti di rilassarti un po’.”
Niente, nulla più di quello e poi via per la mia strada.
I giorni successivi passarono tranquilli, avevo già preparato lo zaino con quasi 20kg di roba dentro tra cui calzini, razioni standard liofilizzate, qualche contenitore metallico e plastico, il fidato coltellino svizzero, giusto un ricambio di vestiario e via via tutto il resto che mi era stato insegnato essere utile in certe situazioni presumibilmente estreme.
Effettivamente in quei giorni mi stavo rilassando e socializzando con gli altri giovani del centro, ma poi la mattina prima dell’inizio dell’esame i primi guai.
Una notte inizialmente tranquilla, poi verso l’alba il tormento di un sonno agitato con immagini senza senso, tra cui il solito simbolo triangolare, che sfrecciavano da una parte all’altra della mia mente.
Quando riuscii a svegliarmi lentamente un insistente e punzecchiante mal di testa iniziava a invadere il mio cranio. Sul momento non ci diedi peso e decisi di passare la giornata con gli altri facendo una camminata per i sentieri sul gran sasso.
Più ci allontanavamo dal centro e meno male alla testa sentivo e il panorama era veramente bellissimo, vallate di montagna immerse in una tranquillità che solo a vederle 5 minuti ti rilassi per tutta la giornata.
Rientrati al centro non feci subito caso al mal di testa, ma proprio prima di cena il dolore era diventato insopportabile così decisi di andare dal dottor Gervasi.