“Colonnello Baldini ho i resoconti del terremoto.”
Il viso era contratto e nervoso.
“Era ora, sono già passate molte, troppe ore.”
“Ci scusi, ma dovevamo controllare molte cose. Il terremoto ha avuto epicentro a 9km di altezza e ad una distanza di 17km in linea d’aria. I danni riportati sono stati minimi a parte per la struttura di conversione energetica.”
Il lento giocare del colonnello con la sua penna faceva trasparire ancora più tensione di quella che il viso lasciava trapelare.
“Quindi? Idee? Motivazioni? Tempi di recupero? Mi dica qualcosa, qui non abbiamo tempo da perdere.”
“Hem… Si, si, subito. Probabilmente si è trattato di una bomba sonica lanciata per studiare la nostra base. Il problema è che non sappiamo chi sia stato a lanciarla o ad avere già una tecnologia…”
“Non si preoccupi di chi è stato, lo so io. Vada avanti ora.”
Testoni me la vuole far pagare, lo so, però non credevo potesse avere già tecnologie simili a portata di mano.
“…Ok. I danni al centro di conversione energetica sono stati rilevanti e le riparazioni ci faranno perdere probabilmente due settimane.”
“DUE SETTIMANE! Ve ne concedo una e non di più. Dobbiamo mandare avanti il progetto Necronomicon, se lo ricorda?”
“c…Ce…Certo che me lo ricordo, solo che anche lì abbiamo dei problemi.”
La faccia del colonnello ora era diventata proprio truce e il povero scienziato non era certo in una bella posizione.
“Che tipo di problemi?”
“Abbiamo perso gli ultimi 5 ragazzi. I tassi di sincronia non sono stabili, l’enzima H3Jb è troppo instabile e danneggia troppo rapidamente la corteccia prefrontale. Poi i feedback che arrivano dai mezzi e dalle attrezzature sono veramente eccessivi, sembrano quasi…”
“Le consiglio di non ultimare la frase. Lei e i suoi uomini siete pagati profumatamente per pensare a come risolvere i problemi e non per pensare a tutt’altro. Prenda altri ragazzi, ricominci la procedura e trovi un modo per rendere l’enzima più stabile. Capito?”
“Certo signore. Però se avessimo a disposizione altri dati e anche solo sangue del soggetto UE4117, potremmo velocizzarci.”
“Bene, troverò il modo di farglieli avere. Ora vada.”
Debbo riuscire a battere sul tempo il Centro e Testoni, devo fargli vedere che mi hanno sempre sottovalutato.
Il test era ormai vicino e i miei allenamenti erano sempre più duri e intensi, ma io ero distratto, ero in tensione, avevo paura di questo test. Lo percepivo la notte nei miei sogni e non volevo ripetere un’esperienza bella ma molto, troppo, dolorosa come quella dell’Himalaya.
“Marco! Concentrati!”
“Mi scusi sergente, ci proverò subito.”
“Non ci devi provare, lo devi fare e basta, questi sono gli ultimi allenamenti prima del test e non può più permettersi di perdere tempo, già ha rischiato con la montagna.”
“Lo so, ma non riesco ad essere tranquillo e rilassato.”
“Non dirmi che tu hai paura.”
“Perché, non potrei averne? Non ho voglia di ripetere un’esperienza come quella della scorsa volta.”
“Marco, se tu hai paura, io cosa dovrei avere? Ora parlo francamente, anche se non dovrei. Io è vent’anni che mi alleno e poco meno che addestro persone al combattimento. Io ho paura quando ti alleno, non so mai fino a che punto migliorerai. In quasi 6 mesi da quando sei qui hai messo su un fisico, una coordinazione e una velocità di pensiero che non credevo possibile.”
Perché mi sento un peso sul petto quando mi fanno questi complimenti.
“Non esageri, non è poi proprio così.”
“Fidati, io ne ho visti e tu se spinto al limite vai ben oltre la media. Ma forse il tuo problema non è combattere vero?”
Il mio sguardo ansimante si abbassò per un attimo fuggendo verso quei ricordi assurdi e senza senso degli ultimi mesi della mia vita.
“No, lo sospettavo. Senti, facciamo così. Tu ora vai a riposare e rilassarti, dormi, non uscire, poi domani proveremo qualcosa di nuovo, un combattimento nel dockingmind.”
Una luce mi si accese negli occhi.
“Davvero si può fare? Ma non c’è problema a sospendere per oggi?”
Il viso del sergente Terzi si lasciò sfuggire un sorriso.
“Certo che si può fare. Non ti preoccupare, al tenente ci penserò io, anche se so che me la farà pagare.”