“Alla buon’ora Tenente. Io e il Dottore la stavamo aspettando da un po’.”
“Mi scusi Maggiore, Dottore, ma sono stato trattenuto da una comunicazione di Julius.”
Si poteva percepire una certa rilassatezza e tranquillità, però un alone di tristezza permeava la stanza.
“Grazie per essere riuscito a riportare a casa il ragazzo in uno stato almeno decente.”
“Guardi Dottore che non è stato merito mio, ma del Caporale Buonamici, ha fatto quello che andava fatto senza pensarci due volte. Spero almeno la sua morte sia servita a qualcosa…”
Il Tenente era visibilmente alterato e camminava senza meta per la camera.
“…Quello che mi fa più rabbia è che da un’anno a questa parte vedo solo amici morire. Iniziando dal Colonnello finendo dal Caporale con tutti quegli altri che ci sono state nel mezzo. Non ne posso più!”
“Ha ragione, io ho perso mio fratello e tanti buoni amici, ma di sicuro non c’è modo di riportarlo qui. L’unica è guardare avanti.”
“Dottore, Tenente, possiamo rimandare le commemorazioni a più tardi magari davanti ad una bottiglia di vino? Ora sarebbe il caso di tirare un po’ le somme. Tenente, esponga quello che è successo.”
La calma sembrava essersi un po’ ristabilita al suono di quelle autoritarie ma tranquillizzanti parole.
“Come ho già anticipato siamo riusciti ad impedire a Baldini di prendersi un campione del sangue del ragazzo e di raccogliere informazioni rilevanti. Lo dico subito, di Julius non c’è da fidarsi nemmeno un po’, ma al momento se non vuole morire è meglio che non dica nulla riguardo al suo fallimento.”
“Il sangue che le ho dato è, come dicevo al Maggiore, del ragazzo ma vi ho apportato modifiche sostanziali che creeranno solo confusione e ritardi, se come penso stanno procedendo con lo sviluppo dell’enzima HJ3b.”
“Secondo me dottore, per quello che ho visto, sono molto avanti con lo sviluppo dell’enzima, forse più di noi.”
“Perché dice questo Tenente?”
“Vede dottore, lei non c’era alla finale del torneo, ma io si.”
“Appunto Tenente, ci racconti.”
“Certo Maggiore. … Non ho mai visto un combattimento del genere. Non è durato più di 5 minuti e con una violenza e forza che non mi sarei mai aspettato, soprattutto da parte del ragazzo. Il cinese era alto forte e muscoloso, totalmente diverso da quello che uno si aspetterebbe. La sfida era all’interno di una stanza di 10 per 10 in cui si potevano usare pareti e tutto quello che era presente nella camera. L’accesso era consentito solo ai combattenti, al giudice e al caporale come assistente, per fortuna, tutti gli altri potevano assistere dalle vetrate più alte di 4 metri e dai monitor.”
“Una cosa da scontri clandestini fino alla morte.”
“Si dottore, ha detto bene fino alla morte. Infatti era quello doveva essere l’unico modo per uscirne, o da vincitori o da morti. Massimo era tranquillo, ma alla vista dell’avversario iniziò ad accusare problemi. Non so spiegarlo, ma era agitato e mi ha chiesto se doveva proprio farlo. Sul momento pensai all’ansia, ma con l’avanzare del combattimento capii il motivo. Quello che aveva davanti non era umano, almeno non del tutto, era un qualcosa di creato in laboratorio, innaturale.”
“Come ha fatto a stabilirlo Tenente?”
“Dottore, lei come definirebbe uno a cui viene quasi staccato un braccio e che continua incurante a combattere usandolo come se nulla fosse?”
“COSA? Ma non possono aver osato così tanto.”
“Invece si ed è quello che credo abbia salvato il ragazzo e fatto terminare il combattimento. Massimo si è difeso in una maniera incredibile ad attacchi così veloci e potenti che io riuscivo a comprendere solo in differita di qualche secondo. Si è trattato di una cosa incredibile e impossibile da spiegare a voce. Il filmato però mi è stato negato.”
“Vedrò di fare altre pressioni a riguardo.” Sbottò il Maggiore assolutamente esterrefatto.
“I colpi del ragazzo sembravano inefficaci, ma vi posso assicurare che erano quasi letali se fatti ad altri. E qui il caporale capendo che sarebbe finita presto si è buttato dentro attaccando alle spalle il bisonte cinese. Non ha fatto nemmeno in tempo a colpirlo che è stato scaraventato contro una parete. Hanno detto che era già morto prima di colpire la parete a causa del colpo… Il grido di Massimo è stato atroce, sembrava provenisse dall’inferno, ho percepito vibrare terreno e vetri. Massimo da quel momento è stato qualcosa di impressionante, ho avuto paura che distruggesse tutto. Si è avventato contro il cinese, gli ha spaccato il braccio con cui aveva ucciso il caporale e gli ha infilato, non solo letteralmente, 4 dita nella colonna vertebrale riducendo notevolmente la sua mobilità. Poi, con il cinese a terra, lo ha colpito in pieno petto facendo addirittura crepare il pavimento sottostante per almeno 30cm di diametro. A quel punto si è fermato ed è andato verso il corpo del caporale. Il cinese non era ancora morto.”