Ovviamente mi riferisco alla sentenza di morte di Saddam Hussein.
Giudicato colpevole di crimini contro l’umanità da un tribunale iracheno (ovviamente gli U.S.A. stanno accuratamente in disparte).
Il giudizio non lo contesto affatto, ma contesto la sua esecuzione.
Nessuno, a mio avviso, andrebbe ucciso nemmeno se sentenziato da una giuria di suoi pari.
Meglio chiuderlo in carcere a vita, solo con pane e acqua, senza l’ora d’aria e comunicazioni esterne.
Vogliamo dare un segno di civiltà ?
Allora non abbassiamoci al loro livello, ma questo non vuole nemmeno dire perdonare.
Troppo facili entrambi i casi.
La soluzione forse l’ho già data, ma se vogliamo renderla più moderna si potrebbe tentare con un grande fratello.
Proprio uno spettacolo in diretta h24 dal carcere di tutti questi detenuti illustri.
Si potrebbe premiare il migliore con un’ora d’aria e punire il peggiore con un giorno senza cibo.
Ovviamente la mia è solo una provocazione che serve solo per far riflettere sul fatto di come sia molto semplice lavarsi le mani dopo aver sentenziato un omicidio a norma di legge.
Statene sicuri che un nuovo Saddam è già lì fuori pronto a prendere il suo posto nella storia, e il metodo adottato fino ad ora non è certo ottimale per contrastarlo, anzi è il modo per renderlo più forte.