“I valori biometrici sono stabili.”
“L’interfaccia di connessione risulta caricata e stabile.”
“Il programma di simulazione LEMOV-JC88 sta girando correttamente nel docking mind.”
“Stratego sta usando solo il 23% delle risorse.”
Un momento di silenzio all’interno della stanza di controllo mentre il dottor Gervasi guardava pensieroso Massimo all’interno dell’abitacolo.
“Bene dottore, procediamo.”
La voce del maggiore interruppe le elucubrazioni del dottore.
“Perfetto. Attivare la connessione.”
A quelle parole gli assistenti fecero partire la procedura.
“Interfaccia connessa.”
“Le risorse usate da Stratego sono salite al 27%.”
“Feedback dell’interfaccia in aumento del 7%.”
“Attività biometrica della corteccia occipitale in aumento del 21%, le altre rimangono stabili.”
Il dottore contatta Massimo all’interno del doking mind.
“Tutto a posto?”
“A dire il vero non tanto, ho una fitta alla nuca che non accenna a diminuire.”
“Feedback stabilizzato.”
“Attività della corteccia stabile.”
Il dottore visibilmente più tranquillo si rimette in contatto con Massimo.
“Non ti preoccupare, è normale, nel giro di pochi secondi passerà. Ora la tua missione è quella di portarti sulla pista 3 e decollare, hai tutto il tempo che vuoi a tua disposizione.”
Il dottore si era rimesso a controllare i vari monitor di attività mentre la prova andava avanti.
“Disallineamento di .67 secondi nel LEMOV-JC88.”
Il maggiore sembra essere pensieroso ma sorpreso di vedere il velivolo muoversi così presto e rapidamente.
Ormai era tutto pronto per il decollo.
“Aumento delle risorse di Stratego, siamo arrivati al 32%.”
“Fluttuazione dell’interfaccia del 2%.”
“Fluttuazione dell’attività elettrica su tutta la corteccia del 1.3%”
La faccia del dottore cambia lievemente di espressione e si irrigidisce.
“Lanciare un diagnostico sui demoni in esecuzione.”
“Feedback dell’interfaccia in aumento del 24%”
“Aumento del 33% dell’attività elettrica occipitale, del 7% di quella prefrontale e del 13% di quella parietale.”
Il dottore intervenire manualmente su alcune funzioni di controllo, il suo viso è sempre più teso.
“Maggiore, stiamo raggiungendo livelli critici, dovremmo pensare…”
Un grido proveniente dalla camera di prova interruppe la sua frase.
Il silenzio avvolse per un attimo la sala di controllo.
Sui monitor si poteva vedere perfettamente la mano di Massimo dare piena potenza ai motori e il suo volto contratto in una smorfia di dolore indubbiamente molto violenta.
“Adesso ho finito, mi fate uscire?”
La voce di Massimo arrivava ansimante dal dolore. Il dottore non aspettò un attimo.
“Staccate tutto!”
Gli assistenti iniziarono subito il loro operoso lavoro, ma i loro volti diventarono ben presto contratti e le loro voci iniziarono a sovrapporsi.
“Feedback al 68%, tasso di sincronia al 93%!”
“Attività bioelettrica fuori scala!”
“Il programma LEMOV-JC88 si sta destabilizzando!”
“54% di risorse usate da stratego.”
Il volto del dottore sentendo quelle parole era diventato angosciato.
“Attivare la disconnessione forzata di stratego!”
“Non si attiva, c’è un sovraccarico!”
“DISATTIVARE STRATEGO!”
La voce del Maggiore risuonò per tutta la stanza e anche in quelle vicine.
Il dottore si precipitò verso il controllo manuale staccando le varie connessioni.
Per qualche secondo tutto si spense poi entrò in funzione il sistema di emergenza.
Sui vari monitor si vedevano solo immagini bianche.
Il dottore si avvicina alla sua postazione e inizia a fare qualche controllo.
“Stratego è disconnesso, I dati biometrici di Massimo ci sono ancora, ma c’è ancora un programma in esecuzione. Non possiamo entrare nel docking mind.”
Riaprii gli occhi, anche se devo ammettere di non sapere se prima gli avevo chiusi.
Comunque mi ritrovai immerso in una luce totalmente bianca, sentivo il pavimento e i miei arti, ma non li vedeva se non sotto forma di un minimo contrasto.
Il male alla testa era diminuito ma ben presente.
Continuavo a guardarmi e muovermi attorno ma non vedevo o sentivo nulla.
Mi sentivo proprio come immerso nel nulla.
Non riuscivo a pensare a nulla, ero totalmente stordito da quel nuovo ambiente, se non al fatto che non mi sentivo solo.
Potevo sentire il mio respiro affannoso e altri flebili suoni che non riuscivo a riconoscere.
Istintivamente iniziai a muovere freneticamente la mia testa da una parte e poi dall’altra come se avessi percepito qualcosa.
Iniziai a percepire un fremito lungo la schiena che mi raggiunse rapidamente la testa.
Fissai continuamente davanti a me, mi sembrava di scorgere qualcosa, una sagoma, forse i miei sensi si stavano abituando all’ambiente.
Un’istante, un flash improvviso.
Volevo urlare a squarciagola ma soffocai il grido in gola.
C’era qualcosa davanti da me, potevo sentire distintamente la sua presenza allo stesso modo di quando ci si avvicina a qualcuno senza toccarlo.
Mi stava guardando e io avevo una paura atavica che mi attanagliava il corpo.