“Buongiorno Gabriele. Non Si aspettava di sentirmi così presto vero?”
In quel momento si poteva proprio sentire e vedere in me un senso di superiorità impressionante, avevo preso inaspettatamente il coltello dalla parte del manico e non lo avrei ceduto molto facilmente.
“Ciao Marco, spero che tu stia bene.”
“Si, sto proprio bene , questo non vale però per alcuni uomini della CIA o dell’MI5 che penso Baldini mi abbia messo addosso.”
“Noi abbiamo preferito aspettare che tu ti facessi vivo. Ti andrebbe di raccontarmi un po’ cosa è successo dopo che ti sei dileguato?”
“Gabriele, se non ho voluto che mi seguiste, un motivo ci sarà pur stato e non vedo perché ora dovrei venirtelo a raccontare.”
“Non potevo evitare di provarci però, ma perché ora ti sei fatto vivo? Cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“La conoscenza. Come penso Gervasi abbia scoperto, immagino che stia ascoltando e vorrei dirgli che mi spiace per suo fratello, ho deciso di trovare da solo quelle informazioni che non mi avreste dato facilmente. Ora sappiate che so molte più cose di quelle che avreste voluto anche se ce ne sono molte altre che non mi sono chiarissime.”
“Non è vero, ti avevo promesso di metterti al corrente di molte cose, ma…”
“Non faccia la vittima, non avreste certo risposto alla domanda ‘Perché avete scelto proprio me?’ e ora sono molto vicino a capire ancora più cose.”
In quel momento il Maggiore che tutto sommato era sempre stato calmo e tranquillo divenne molto più forte e incisivo nelle sue risposte.
“Senti Marco, non credo che tu mi abbia chiamato solo per gongolarti della tua momentanea superiorità, quindi vieni al punto e dicci quello che devi.”
Rimasi un po’ sorpreso da quella reazione, ma continuai facendo finta di nulla.
“Bene, allora arrivo al punto. Penso di aver capito quello che avete in mente e so che avete bisogno del mio aiuto per farlo al meglio, altrimenti non avreste perso tutto questo tempo e risorse per farmi diventare quello che sono. Ho quindi deciso di darvi una mano.”
“E perché credi che noi ora dovremmo accettare?”
“Perché sapete che non avete molte altre possibilità ed è meglio avermi con voi che contro… Scusate, è appena arrivato Fulvio con Raffaele, ora devo andare. Alla prossima.”
Fulvio e Raffaele erano appena arrivati al loro incontro con un gruppo di universitari di Bologna e io dovevo presentarmi per diventare nuovamente amico di Raffaele. Quante cose che aveva fatto anche lui, lo ammiravo e poi aveva creduti in me fino alla fine, anche se tutti mi davano contro. Sentivo di dovergli molto più di una semplice stretta di mano.
Continuo a non capire perché mi chiamano a fare queste conferenze, proprio non mi trovo a mio agio.
Parlare davanti a ragazzi che avranno 3 o 4 anni in meno di me e addirittura ai loro professori universitari come se io fossi uno che sa le cose, mi sembra ancora incredibilmente assurdo.
Non posso accettare che la mia parola venga presa così sul serio da persone che spesso addirittura vedo più intelligenti, più preparate e responsabili di me.
Spero di non essermi spinto troppo oltre le mie capacità, perché tutta questa gente ha fiducia in me e non posso deluderla o permettere che un mio sbaglio faccia crollare questo momento di risveglio di tutti.
“Raffaele, mi scusi posso disturbarla un attimo?”
“Aspetti un momento, Raffaele adesso non è disponibile.”
“Volevo solo fargli qualche domanda e nulla più. Sono un giornalista freelance…”
Sembra esserci tensione tra Fulvio e quel giornalista. Non si era mai comportato a questo modo con nessuno anche se so che in parte è qui per proteggermi non mi va che tratti le persone a questo modo. Poi quel ragazzo…
“Fulvio! Calma, non essere così aggressivo, è solo un giornalista… Ti sta suonando il telefonino, rispondi.”
“Si, magari è molto importante. Mi scusi Raffaele, io mi chiamo Marco e mi piacerebbe farle qualche domanda per un mio testo.”
“Mi sembri molto giovane per essere un giornalista in gamba, ma non so perché hai qualcosa di familiare e se hai tempo alla fine di questo incontro potrò rispondere a tutte le domande che vuoi.”
C’è qualcosa in questo ragazzo… C’è qualcosa che non mi quadra, Fulvio sembrava irritato dal ragazzo ma è come se si fidasse visto che…
“La ringrazio.”
…ora si è allontanato per parlare. Mi sa che devo smetterla di pensare così tanto, mi fa male.
“…è appena arrivato Fulvio con Raffaele, ora devo andare. Alla prossima.”
Che rabbia che provo! Perché deve essere così indisponente?
“Dottore deve capire esattamente che dati è riuscito a prendere. Dobbiamo capire quello che sa per poter vedere come muoverci.”
“Maggiore come le ho già detto ci stiamo provando, ma il ragazzo è stato bravo e poi sapeva come muoversi e cosa cercare. In questi mesi in fin dei conti come noi abbiamo studiato lui, anche lui ha studiato noi.”
Filippo ha perfettamente ragione, lui sa come ragioniamo e come ci muoviamo esattamente come noi sappiamo di lui.
Solo che lui ora sta agendo senza logica e senza scopo, o meglio lui lo scopo ce l’ha solo che a noi non è noto.
Mi sa che dobbiamo lasciarlo fare per vedere cosa lo spinge per capirlo.
“Tenente chiami subito Fulvio e gli dica di lasciar fare Marco, anche se adesso ci deve controllare da vicino anche il ragazzo e farci rapporto ogni 12 ore.”
“Ma Maggiore così facciamo il gioco del ragazzo.”
“Lo so Tenente, solo che al momento non possiamo fare molto altro. Non si preoccupi che discuterò della cosa anche con il Generale e il prima possibile. Ora diamoci da fare perché siamo rimasti un passo troppo indietro per i miei standard.”