Gli Dei ritornano – Puntata 129

Erano passati alcuni giorni da quando avevo parlato col Maggiore e la situazione sembrava stranamente fin troppo tranquilla.
Assieme a Fulvio, Monica e altri due o tre ragazzi avevo accompagnato Raffaele invitato a Bologna ad una trasmissione radiofonica nazionale molto nota, Gli Animali di radio 100.5 in onda tutti i pomeriggi.
La situazione sembrava molto tranquilla e soprattutto divertente.
Raffaele stava al loro gioco di scherzi ed insulti in diretta rispondendo a tono.
Qualcosa però non mi faceva stare tranquillo, non mi sentivo a mio agio ed ero tormentato da pensieri.
“Raffaele siamo arrivati alla fine della puntata, sei riuscito a sopportarci per tutto questo tempo e non so come hai fatto. Te lo dico chiaramente, pensavo fossi una merda per i tuoi atteggiamenti e invece mi devo proprio ricredere.”
“Si, è vero, sei troppo forte quando metti da parte tutta quell’inutile politica.”
“Se decidi di cambiare lavoro, qui sei il benvenuto.”
“Ok, allora ci conto…”
“STO CAZZO!”
“Siete proprio delle merde fino al midollo, se posso però vorrei dirvi una cosa.”
“Si dai…”
“A volte però esagerate quando fate sembrare bello e normale usare droga. So che scherzate, ma ricordatevi che vi ascoltano anche molti ragazzi…”
“Eccolo che torna a fare il coglione! Ma stai zitto!”
La diretta era finita e tutti sembravano molto tranquilli e rilassati, ma io proprio non mi sentivo a posto e continuavo a guardarmi attorno alla ricerca di eventuali pericoli.
Gli altri ragazzi decisero di fare un giro a Bologna, mentre noi andammo a prendere la macchina lasciata nel parcheggio privato della radio per tornarcene a casa.
Fulvio guidava con affianco Raffaele e dietro io con Monica.
Mentre in macchina si stava discutendo io ero fisso a guardare fuori dal finestrino del lato sinistro, ero praticamente imbambolato, come alla ricerca di qualcosa.
“E per te Marco come è stato Raffaele?”
Quella domanda rivoltami da Monica mi fece momentaneamente svanire i miei pensiero e mi indusse a voltarmi verso di lei.”
“Per me è ha raggiunto l’obbiettivo. Ha creato un’altra immagine di se stesso e…”
La mia frase si interruppe bruscamente quando alla ripartenza dal semaforo il mio sguardo incrociò quello della macchina ancora ferma sul lato destro rispetto alla nostra.
Vidi due persone in quella macchina ed entrambe erano già viste e in due ambienti separati fra loro.
Chi guidava lo avevo notato all’interno della radio e sembrava un addetto ai lavori ed il secondo era invece all’esterno della radio che passeggiava mentre siamo usciti dal parcheggio.
Poteva non dire nulla, però quando istintivamente mi voltai dal lato sinistro vidi srpassarci una Ducati 916 che era la stessa di un fan parcheggiata davanti alla radio, pure il casco era lo stesso.
Le coincidenze erano troppe visto anche che ormai eravamo parecchio distanti dalla radio.
“Tutto a posto Marco?”
Le parole di Fulvio vennero proprio a fagiolo e forse anche lui stava iniziando a intuire qualcosa.
“A dire il vero, non è che potresti lasciarmi all’aeroporto? Mi hanno telefonato ieri che hanno ritrovato la mia valigia. Visto che siamo in zona.”
“Per me non c’è problema, se agli altri non dispiace.”
“Nessun problema Marco.”
“Grazie Raffaele e scusate il disturbo, per tornare a casa poi mi arrangio che non vorrei farvi perdere troppo tempo.”
“Sei sicuro? Guarda che ti aspettiamo.”
“No no Raffaele, vai tranquillo.”
Notai lo sguardo di Monica un po’ sotto tono, ma non dissi nulla, dovevo cercare di capire quello che stava succedendo e non avevo tempo anche per quello.
Arrivati all’aeroporto scesi dalla macchina e guardai tutto attorno.
Purtroppo avevo visto giusto, nella rotonda di ingresso all’aeroporto vidi passare la Ducati e guardando poco più avanti nell’area di carico e scarico persone c’era la Volvo XC60 su cui sicuramente c’erano i due tipi.
Salutai gli altri ed entrai dentro la porta dell’aeroporto mentre loro stavano ripartendo, uscii dall’altra porta poco più avanti, dovevo anche cercare di capire se ero seguito anche io o meno e non mi sembrava, poi mi infilai nel primo taxi disponibile.
“Mi lasci all’hotel Sheraton per piacere.”
Lì vicino c’era l’entrata per gli addetti ai lavori dell’aeroporto ed in più ci sarebbe dovuto essere il garage con i mezzi che il Centro mi aveva messo a disposizione.

C’è qualcosa che non va, Marco non mi avrebbe mai chiesto di andare all’aeroporto se non ci fosse qualche problema.
Deve aver sicuramente notato qualcosa che non mi può dire ora davanti agli altri.
Devo dargli un po’ di tempo per organizzarsi, farò il giro lungo per ritornare a casa.
“Scusa Fulvio, perché non hai svoltato a destra? Girando dietro l’aeroporto si fa prima.”
“Il fatto è che non la conosco bene e così preferisco fare un giro più largo, se non ti spiace.”
“No no, vai tranquillo, l’importante è arrivare.”