“Alberto mettimi in comunicazione con Fulvio.”
“Marco ti sto mandando sulla tua visiera i dati GPS di Fulvio. Dovrai sbrigarti per raggiungerli.”
“Grazie Guido.”
“Ti passo Fulvio, è in linea.”
“Com’è la situazione Fulvio?”
“Sto controllando da qualche minuto ma tutto sembra abbastanza normale.”
“Dovresti notare una Ducati 916 e una Volvo XC60 che vi girano attorno. Io vi sto raggiungendo, mi ci vorrà un po’. Voi proseguite con calma.”
La voce in lontananza di Raffaele si intromise nella conversazione.
“Ci sono problemi?”
“No, è solo per precauzione, giusto per stare tranquilli.”
La risposta di Fulvio fu pronta e semplice.
“Ma chi è al telefono?”
Anche Monica si era unita alla comunicazione, fortunatamente non potevano sentirmi, Fulvio guidava con l’auricolare proprio per queste evenienze.
“Un mio amico che si preoccupa sempre…”
Quell’attimo di silenzio mi fece preoccupare, mentre sfrecciavo per la strada in moto cercando di raggiungerli il prima possibile.
“Cosa c’è Fulvio!”
“Ci stiamo fermando in colonna e dietro penso ci sia chi mi dicevi.”
“Colonne, lì dove siete ora? Direi che è improbabile.”
“La corsia opposta è libera, davanti ho un furgon… Vedo la Ducati dagli specchietti che sta arrivando.”
“Muoviti Fulvio!”
Stava per succedere e a me mancava ancora un po’ per arrivare.
Da quel momento smettemmo di parlare tra noi, ma i rumori e le voci di sottofondo si potevano sentire benissimo.
“Guido mi serve un’immagine.”
“Ho solo quella satellitare che non è il massimo, tra poco un Strix sarà sull’area.”
“Alberto allerta il Centro, ci servirà un elicottero per liberare l’area in fretta.”
“Avevo già richiesto supporto aereo.”
Le immagini satellitari stavano arrivando. Potevo vedere a fatica Fulvio che si era liberato dal traffico buttandosi nella corsia opposta inseguito dalla Ducati mentre la Volvo era rimasta stranamente al suo posto.
“Fulvio! Un blocco!”
Immediatamente si fermò in mezzo alla strada con la Ducati che li stava raggiungendo. Sentii una raffica di mitraglietta e il rumore di vetri infranti e carrozzeria lacerata.
Ormai ero quasi arrivato, ma potevo ben distinguere il nervoso che si stava accumulando dentro di me.
Raggiunsi il blocco dalla parte opposta rispetto a quella in cui si trovavano Fulvio e gli altri, potevo ben distinguere le persone che stavano per muovere i loro mezzi per impedire la fuga alla loro preda.
Non mi feci nessuno scrupolo, mentre gli sfrecciai a fianco impugnai la mia desert eagle e impallinai i primi due che mi vennero a tiro.
Ovviamente il mio arrivo inaspettato aveva creato un po’ di confusione tra gli assalitori che furono presi in contropiede.
Intanto Fulvio si era lanciato in retromarcia mentre gli uomini sulla ducati mi videro e si concentrarono su di me.
Io lanciai una flash bang il cui lampo luminoso li disorientò facendoli cadere e permettendomi di sopravanzarli.
La Volvo cambiò corsia per impedire la fuga a Fulvio e lo scontro fu inevitabile, la macchina con Fulvio, Raffaele e Monica finì nel campo a fianco.
In quel momento sentii due fitte al costato, erano due proiettili che si erano infranti contro la mia plugsuit che sembrava aver retto egregiamente.
Mi voltai per cercare di colpire chi mi aveva sparato, ma il panico aveva ormai preso il sopravvento. La gente stava scappando in tutte le direzioni nel tentativo di sottrarsi a quell’inferno in cui erano capitati per sbaglio. Cercare un obbiettivo era diventato molto difficile.
“Fulvio rimanete in gruppo e …”
Il rumore dell’elicottero di supporto, un Augusta EH101, attirò la mia attenzione.
“… segnala la tua posizione così vi recuperano.”
Fulvio segnalò la posizione con un fumogeno, l’elicottero si mise tra loro e la strada per recuperarli.
Intanto io provai a fargli da diversivo, girai la moto e mi diressi dove prima c’era il blocco stradale.
Sembravano essersi tutti volatilizzati.
“Siamo tutti a bordo. Sganciati.”
L’elicottero prese in quel momento quota, ma io non ne volevo sapere mezza di sganciarmi, soprattutto perché vidi la Ducati 916 che stava cercando una via di fuga. Era ora di cercare qualche risposta.