Rimasi bloccata per qualche frazione di secondo, poi dalla mia bocca uscirono delle parole che non riuscivo a fermare.
“Mi chiamo Monica Crespi. Io ho potuto vedere solo che il mio amico Massimo mentre stavamo parlando è uscito di scatto e ha ucciso quei tre signori, poi è scappato in macchina.”
Dicendo la verità mi stavo togliendo un gran peso da dentro e forse stavo pure aiutando Max.
Il problema è che quello spazio ora è un vuoto immenso dentro di me, forse sono più legata a Max di quello che pensavo.
Quelle poche parole non mi hanno convinto, penso ci sia dell’altro legato a questa faccenda.
“Grazie signorina, non ha nient’altro da aggiungere?”
“Dopo mi sono avvicinata a Claudia, la ragazza mi ha detto che Massimo l’ha salvata.”
Allora avevo ragione a non vederci giusto in tutta questa faccenda, oppure la ragazza stava mentendo per proteggere l’amico.
In quel momento una gran fitta al cuore, per pochi istanti mi bloccò molti pensieri.
Le mie pillole, mi stavo dimenticando di prenderle, ma ora non ho tempo, devo capire quale siano realmente i fatti.
“Ora sta a te ragazzo, cosa è successo?”
“Quei tre hanno minacciato Max e poi hanno preso Claudia, la sua ragazza e lui gli ha sistemati.”
Le parole di quel ragazzo proprio non mi convincevano, erano assurde, e poi la sua ansia nel dirle mi faceva pensare che stesse mentendo e in maniera proprio grossolana.
“Nicola! Ma che stai dicendo? Perché non dici la verità ?”
Ora ne ero sicuro, Monica mi aveva detto la verità , me lo sentivo dentro e il mio cuore mi stava dando qualche altro attimo di tregua.
“Mi scusi ispettore, ma abbiamo identificato il ragazzo. Si chiama Massimo Accorsi, una squadra è praticamente già a casa sua.”
L’intromissione del sergente mi fece riprendere i dolori al cuore.
“E perché non me lo avete detto subito?”
Sentivo dentro di me una sensazione di rabbia crescere, volevo essere il primo ad arrivare alla casa del ragazzo.
Tutta questa rapidità non mi sembrava molto naturale, con tutta la mia esperienza mi era capitata di rado.
“Lei stava interrogando i testimoni, non mi sembrava il caso di disturbarla.”
“Certo che potevate disturbarmi, ma ora non importa. Presto, portatemi a casa sua. Subito!”
Lasciai lì i due ragazzi senza dirgli altro, un po’ mi dispiaceva ma qualcosa dentro di me voleva che andassi subito alla casa del ragazzo, senza perdere altro tempo.
Ora avevo il tempo di prendere le mie medicine, forse era il caso di placare i dolori che mi attanagliavano il cuore.